A distanza di tre giorni, i botti inesplosi abbandonati per strada continuano a colpire. Altri quattri giovani sono rimasti feriti nelle ultime ore, tra città e provincia. Per tre solo dolorose bruciature, mentre per il quarto, uno ragazzo di 16 anni, la prognosi è assai più severa perché i medici hanno dovuto amputargli due dita.
Non bastano dunque un paio di giorni all'aperto, durante i quali ha anche piovuto, per rendere inoffensivi i petardi inesplosi abbandonati per strada. L'ha dolorsamente imparato sulla sua pelle uno studente di Corsico che l'altra notte verso le 2 ha raccolto un «raudo» inpiazza Primo Maggio. Ha provato ad accenderlo accostando all'innesco la brace della sigaretta fino a quando, purtroppo per lui, c'è riuscito. Lo studente è stato portato d'urgenza all'ospedale San Giuseppe di Milano, dove i chirurghi hanno dovuto amputargli due dita della mano destra.
Qualche ora prima, attorno alle 22.30, due ragazzini di 13 e 14 anni hanno raccolto anche loro un «raudo» e l'hanno portato a casa cercando di accenderlo. Anche in questo caso il piccolo petardo, la cui miccia era stata parzialmente bruciata, è esploso immediatamente senza lasciar tempo agli adolescenti di lanciarlo. I due sono finiti al San Paolo con ferite e bruciature al volto e alle mani. In questo caso nulla di particolarmente grave: il quattordicenne è stato medicato al pronto soccorso e quindi dimesso nel giro di qualche ora. Il più piccolo invece è stato trattenuto una notte in osservazione e quindi mandato a casa ieri mattina con pochi giorni di prognosi.
L'ultimo ferito è un giovane albanese di 20 anni che, sempre nella notte tra giovedì e venerdì, ha raccolto un piccolo botto sulla pista ciclabile di via Molise. L'ha acceso e la fiammata l'ha investito agli occhi, senza gravi conseguenze. Soccorso dal 118, è stato infatti portato all'istituto Oftalmico dove è stato trattenuto qualche ora a scopo precauzionale.
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