Anziana ricoverata in ospedale Immigrati le occupano la casa

La denuncia: "Vittima una 70enne". Gli alloggi spartiti dal racket su base etnica

Anziana ricoverata in ospedale Immigrati le occupano la casa

Anziana e ricoverata, le hanno rubato la casa. E ora non sa se e come la troverà, quando potrà tornare alla Trecca, l'enorme complesso di edilizia popolare visitato dal Papa meno di un anno fa. In quel piccolo alloggio della «Trecca», lei ha lasciato tutto: i vestiti, i pochi mobili e anche i farmaci. Perché è malata e ha più di 70 anni Rosa (la chiameremo così), e da un mese e mezzo ormai si trova in ospedale. Intanto, in via Salomone, l'incubo ha preso forma: tra Natale e capodanno sei persone hanno occupato quell'alloggio minuscolo, il suo. Persone spinte o agevolate da qualcuno all'interno: la porta non è stata forzata, la serratura è intatta. Alla Trecca si pensa che siano saltate da un balcone vicino, visto che gli appartamenti che si trovano sullo stesso piano hanno i balconi comunicanti: solo una lastra separa gli spazi dei vari alloggi.

Il caso scoperto da pochi giorni, viene denunciato dal presidente del Consiglio municipale 4 Oscar Strano, che alle Case Bianche è nato, cresciuto e ha fondato un comitato, «Salomone rinasce», che promuove la riqualificazione del quartiere e difende i diritti degli inquilini. Adesso, in quel monolocale di 23 metri vivono i sei occupanti, senegalesi a quanto risulta al comitato. E sono stati Strano e la Caritas ad avvisare «Rosa». Prima nessuno le aveva detto niente e fino a una settimana fa nessuno sapeva. È stata una vicina di casa a scoprire tutto. Una vicina di casa che, secondo quanto riferito alle Case Bianche, a sua volta ha lamentato, anche alla stessa Caritas, di essere stata presa di mira con piccole (per lei grandi e angoscianti) intimidazioni quotidiane.

A un anno dalla visita del Papa, le Case Bianche restano in mano al racket delle occupazioni abusive. Su 477 alloggi, circa un centinaio sono occupati abusivamente: a metà 2017 lo stato delle occupazioni consolidate diceva 95. In quell'ala, al civico 36, quella dei monolocali - alcuni ristrutturati dall'arcidiocesi dopo la visita di Bergoglio - il tasso di occupazioni tocca il record. Sei appartamenti per nove piani: 54 e viene calcolato che il 40% sia preda degli abusivi. Non è tutto: questi alloggi - per il comitato - sono occupati sono spartiti su base etnica e questi «trafficanti» di alloggi lavorano per vanificare gli sforzi di chi vuole bonificare questo inferno di illegalità. Nelle ultime settimane - ricorda Strano, Aler è intervenuta tre volte per riparare l'ascensore ed è emerso che qualcuno fa saltare l'impianto: «Non vogliono che si salga». Stessa cosa per la luce. Spadroneggiano, e possono farlo ancor meglio al buio, e limitando l'accesso ai piani alti.

Rosa è assistita dai servizi sociali del Comune, ma col ricovero tutto si è fermato a casa. «Alla Trecca siamo in un contesto non ordinario - commenta Strano - con disagio forte e conclamato, i servizi devono creare una rete di contatto con la proprietà, devono comunicare con la proprietà e si deve trovare il modo di presidiare gli alloggi a lungo vuoti».

Aler e la Regione, il Municipio e il Comune. Oltre al volontariato, ai comitati e all'Arcidiocesi, anche le istituzioni sono impegnate per risollevare le sorti di questo pezzo di periferia milanese, questo mondo a sé per il quale si era ipotizzato anche una soluzione radicale: l'abbattimento. Ma senza una drastica svolta sulla sicurezza non sarà facile cambiare la Trecca. «Qualcuno può anche provare a dare la colpa a Aler- avverte Strano - ma se i servizi del Comune non si coordinano è inutile. Aler sta facendo la sua parte, è riscontrato da tutti.

Prima avremmo dovuto aspettare mesi un intervento all'ascensore, ora ce n'è uno a settimana, ma ci sono tanti passi da fare. E anche gli ispettori potrebbero essere usati in modo ordinario, per controlli sul patrimonio con finalità preventive, e non solo in caso di occupazione.

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