Chiara Campo
Il requisito dei 5 anni di attività che non torna. Un assegno circolare inserito direttamente in busta invece di essere depositato alla Tesoreria comunale come prevedeva il bando. L'unica attività di ristorazione che faceva «curriculum» (un bar nel mezzanino della metropolitana di Molino Dorino) ceduto a due mesi dalla gara a una società cinese. Sono ancora diversi i gialli che ruotano intorno al bando comunale per l'assegnazione del ristorante «Salotto» e la «Locanda del Gatto rosso» in Galleria. Sulla vicenda pendono ben 10 ricorsi degli attuali inquilini, e su almeno otto (che sono stati accorpati) l'udienza è fissata davanti al Tar di Milano tra sei giorni, l'11 dicembre. Ad attendere il responso con il fiato sospeso non sono soltanto i gestori - la famiglia Loiacono per il Gatto Rosso e gli Alloni per il Salotto -, i 47 dipendenti che vedono il futuro incerto e, ovviamente, le società che si sono aggiudicate in via provvisoria i locali, la Lupita's e la Molino 6-678 sas, ma anche il Comune, perchè la decisione dei giudici finirà per dettare la linea dei prossimi bandi. Il 2020 sarà l'anno clou, scadranno contemporaneamente quasi 20 contratti d'affitto e nella lista ci sono grandi griffe, da Giorgio Armani a Versace a Tod's, già nel 2018 invece ballano la mega boutique Fratelli Prada o il ristorante «Galleria», che diventerà locale storico a pochi giorni dal termine.
I nodi. Partiamo dalla Molino 6-678 sas che fa capo a Ivan Colombo e ha vinto il lotto 1 (gli spazi del Salotto) con un'offerta di 300mila euro all'anno. Da una visura camerale eseguita lo scorso 27 ottobre emerge che la società si è costituita il 6 marzo 2012, si è iscritta alla Camera di Commercio il giorno dopo e ha iniziato l'attività il 28 marzo 2012. Il Comune ha aperto il bando dal 3 gennaio al 21 febbraio 2017 e ha reso noti i punteggi il 10 aprile. Il bando, approvato con determina dirigenziale il 29 dicembre 2016, cita chiaramente tra i requisiti che le imprese «svolgano attività di bar/ristorazione assistita da almeno 5 anni». Alla scadenza della gara la Molino 6-678 non avrebbe ancora raggiunto i 5 anni, ma non è stata esclusa. Tra l'altro, si nota che dal 16 giugno ha ceduto il bar tavola fredda che gestiva nel mezzanino di Molino Dorino (con un capitale sociale di 5mila euro) alla Santos s.p.c. dei cinesi Cheng Xi e Hu Congyu per 250mila euro, e al momento è inattiva. La Lupita's srl di Mauro Tiberti, il fondatore degli outlet dei dolci ODstore, si è aggiudicato invece il lotto 2 («Gatto rosso») mettendo sul piatto 721mila euro, quasi tre volte la base d'asta (289mila euro). Sta aprendo negozi di dolci in mezza Milano ma l'unica attività vera di «ristorazione assistita» è un pub messicano a Cazzago San Martino (Brescia). I legali che firmano i ricorsi sottolineano che il fatturato «non è congruo rispetto all'offerta ed è stata in perdita per 4 anni di fila». Motivo serio di esclusione sarebbe stato però l'errore tecnico commesso nella presentazione dell'offerta: l'assegno circolare da 28mila richiesto come cauzione non è stato depositato in Tesoreria con relativa ricevuta protocollata come prevedeva il bando ma messo direttamente in busta. La commissione di gara ha notato l'errore ma non ha obiettato. L'ultima parola ora spetta al Tar, anche se gli attuali inquilini minacciano già ricorsi anche al Consiglio di Stato. E il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi contesta: «La giunta Sala non ha saputo tutelare e valorizzare la Galleria, combinando un pasticcio dopo l'altro. Prima si affida all'Anac dimostrandosi incapace di decidere autonomamente, poi applica criteri differenti per gli spazi in scadenza.
Ci sono molte ombre e perplessità che hanno causato una pioggia di ricorsi. Attendiamo chiarimenti credibili dal Comune, in assenza dei quali chiederemo la sospensione del bando». Per stemperare un pò la tensione, da ieri la volta della Galleria è tornata ad illuminarsi di blu per le feste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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