Malmenati e costretti a spiegare il perché. È la paradossale situazione in cui si trovano i dipendenti di Atm, secondo quanto denuncia il sindacato aziendale, ripreso dall'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato.
È l'aggressione recente patita da un autista alla fermata Pagano, l'antefatto che ha aperto questo caso. L'ennesima aggressione di una lunga serie, purtroppo, per gli addetti del trasporto locale milanese. «Aggressione e sputi - si legge in un volantino firmato dal coordinamento Rsu Conciliazione del gruppo Atm - Ancora vittime da chi, in barba a una Milano civile, pretende di viaggiare sui mezzi pubblici senza pagare, senza rispetto delle regole e delle persone».
Il sindacato però non si limita a denunciare la infinita serie di episodi in cui gli addetti Atm sono stati colpiti o minacciati. Non manifesta solo una doverosa «vicinanza e solidarietà ai colleghi che, nello svolgimento del proprio lavoro, vengono aggrediti, minacciati e riempiti di sputi da un gruppo di incivili clienti». La Rsu aggiunge anche un particolare: «Oltre il danno, la beffa». «Come se non bastasse - si legge - i lavoratori coinvolti in tali fatti vengono poi convocati dall'azienda in Cte, fuori dal proprio orario di lavoro, per giustificare l'aggressione subita».
La Cte è la commissione tecnica esterna, chiamata a valutare l'accaduto. E anche per l'assessore regionale Riccardo De Corato, c'è qualcosa che non torna: «Noi - dice, ricordando gli anni del centrodestra a Palazzo Marino - noi usavamo i vigili, il nucleo tutela trasporto pubblico. Tre turni, 50 uomini. E c'era il personale Atm che controllava sui mezzi. Noi difendevano davvero gli addetti Atm, il sindaco Sala nella passeggiata sulla 90-91 aveva promesso i vigli, l'assessore Rozza lo stesso. Sono andati, tutti scortati giustamente, a promettere maggior sicurezza ma non si è vista. E intanto le organizzazioni sindacali segnalano questo fatto, sono cornuti e mazziati come si dice. Questa situazione non è ammissibile e non lo dico io.
La situazione è sfuggita di mano è l'azienda non solo non è in grado di dare certezze ma lascia che siano sottoposti a una specie di interrogatorio, invece di pensare a difenderli. Tutto ciò, a me pare vergognoso. Qualcosa non quadra».AlGia
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