Luca sarebbe proprio il ragazzo che ogni madre vorrebbe vedere con la propria figlia: buona famiglia, casa al Vomero a Napoli, laurea triennale alla Bocconi a 22 anni con 110 e lode. Se non fosse per il vizietto di rubare computer dentro l'ateneo, almeno sei tra il 2 e il 5 luglio, che per poco non l'ha fatto finire in carcere. Solo una denuncia, ma ora arriverà la sanzione dell'università e si profila una sospensione di tre anni.
La Bocconi è la fucina italiana della classe dirigente nazionale, basti pensare all'attuale presidente del consiglio Mario Monti. Per questo ogni anno attira migliaia di giovani che devono però superare un test di ingresso prima di poter accedere ai suoi corsi di laurea. Tra loro, nel 2009 è arrivato da Napoli anche Luca, papà imprenditore, mamma avvocato, casa al Vomero, elegante quartiere sulle colline che dominano il golfo. Raggiunto di lì a poco dal fratello con cui si sistema in un appartamentino di via Ripamonti. Il ragazzo marcia forte, tre anni esatti e taglia il traguardo della laurea con il massimo dei voti. Subito dopo si iscrive alla specialistica in economia aziendale e sociale, iniziando a macinare un esame dietro l'altro. Ragazzo modello, il genero che ciascuna madre sogna.
Ma mentre lui inanella un trenta e lode dietro l'altro, qualcuno inizia a rubare i computer lasciati incustoditi dai ragazzi nell'ala studio. Un lungo corridoio con tanti box dotati di prese, dove i ragazzi possono lavorare tranquillamente al loro pc. Dal 2 al 5 luglio vengono denunciati sei furti e la direzione chiama la polizia. Gli agenti del commissariato Ticinese diretti da Manfredi Fava, visionano i filmati e individuano il ladruncolo, senza però riuscire a dargli un nome. Per questo decidono di predisporre delle «trappole»: materiale elettronico lasciato in bella vista nella speranza che attiri il manolesta. Passano i giorni ma niente da fare.
Il 12 ecco riapparire Luca, assente da qualche giorno perché impegnato a preparare un esame, per altro superato brillantemente. E dopo la prova eccolo puntuale passare lungo lo spazio studenti in cerca di qualcosa da rubare e viene immortalato nei filmati mentre passa in rassegna l'area studio. A questo punto gli agenti decidono di passare alla perquisizione e sabato mattina vanno a suonargli a casa. Non c'è nessuno, i due fratelli sono rientrati a Napoli per il fine settimana, ma gli investigatori riescono a entrare e trovano due pc: il primo era stato denunciato, sul secondo sono invece in corso accertamenti.
Gli agenti avvertono i colleghi di Napoli che vanno a perquisire la casa al Vomero. Quando suonano il ragazzo tarda ad aprire, come se si fosse sbarazzato di «qualcosa». I poliziotti tuttavia trovano l'alimentatore di un computer ancora caldo e di dubbia provenienza. Niente manette, non c'è flagranza, il reato non è dei più gravi e il giovane è incensurato.
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