A metà maggio, per la prima volta in Italia, il questore di Milano Marcello Cardona ha convocato e ammonito un cyberbullo di 14 anni che per mesi ha preso di mira un coetaneo, inventando un profilo Instagram fittizio per coprirlo di insulti pesanti e omofobi. É stato trattato come uno stalker. All'ammonimento, come prevede la legge 71/2017, si è accompagnato l'invito formale «ad intraprendere un percorso di recupero che gli consenta di comprendere il disvalore penale e sociale della propria condotta». Anche il Comune è pronto a rafforzare il piano di azione contro il bullismo in classe o sul web. L'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino aveva promesso più o meno negli stessi giorni il lancio di un grande progetto contro bullismo, intolleranza, omofobia, cultura della discriminazione («metteremo a disposizione per la prima volta un finanziamento pubblico di circa 400mila euro e arriveremo a un milione entro un anno»). Qualcosa si muove.
Il primo passo è il bando da 180mila euro pubblicato due giorni fa sul sito del Comune, la giunta punta a individuare un soggetto del terzo settore disponibile a co-progettare e co-gestire il progetto «Smontare la rabbia, ridurre la gabbia» rivolto a bambini e ragazzi della città. Intanto i fondi: 150mila euro provengono da finanziamenti statali, Palazzo Marino aggiunge 15mila euro e l'ente selezionato dovrà metterne come minimo altrettanti, anche se 20 punti su cento per aggiudicarsi il bando dipendono dall'offerta economica aggiuntiva, l'obiettivo ovviamente è reperire risorse per raggiungere più giovani. Il piano è mirato soprattutto ad offrire dei percorsi di rieducazione e di messa in prova a quei baby bulli che hanno commesso reati, coinvolgendo anche le famiglie, incapaci spesso di comprendere e prevenire la prepotenza del figlio contro un compagno di scuola più debole, amplificata spesso attraverso l'uso dei social. Il progetto punta quindi a potenziare i trattamenti, i percorsi psico-sociali con giovani e famiglie, a rafforzare la collaborazione con il Tribunale dei Minori per velocizzare e rendere più efficaci gli interventi a favore dei ragazzi.
Per questo verranno create micro èquipe di psicologi, assistenti sociali, psicoterapeuti pronte a intervenire su richiesta della Magistratura.
Comune e terzo settore proporranno percorsi di gruppo o individuali a chi ha commesso reati di bullismo o cyber-bullismo per rielaborare il proprio comportamento, progetti di messa alla prova integrativi a quelli già previsti dall'Autorità giudiziaria, anche in lavori socialmente utili a contatto con altre persone. Ci sarà poi una fase di approfondimento e studio del fenomeno, con incontri nelle scuole e nei contesti giovanili, per diffondere gli strumenti di prevenzione e gestione del bullismo.
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