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Candidati al Famedio anche Cervi e Bonzi Domani i nuovi «illustri»

Forza Italia propone il direttore del Giornale e la fondatrice del Centro di aiuto alla vita

Chiara Campo

I nomi di Mario Cervi e della fondatrice del Centro di aiuto alla vita Paola Bonzi, scomparsa lo scorso 9 agosto all'età di 77 anni, potrebbero entrare nel Pantheon di Milano. Domani si riunisce in Comune la «Commissione consultiva per le onoranze al Famedio» (che è composta dall'Ufficio di presidenza del Consiglio, dagli assessori alla Cultura e ai Servizi civici e dai due direttori centrali) per decidere l'elenco dei 14 illustri che saranno iscritti durante la tradizionale cerimonia del 2 novembre al Cimitero Monumentale, e Forza Italia ha candidato Cervi, tra i fondatori con Indro Montanelli e poi direttore ed editorialista del Giornale, e la Bonzi che grazie al Cav ha aiutato oltre 23mila donne a superare le difficoltà e diventare madri. Cervi, scomparso a 94 anni il 17 novembre del 2015, era nato a Crema «ma ha vissuto tutta la sua vita a Milano - ricorda il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale che ha sottoscritto la proposta insieme a Mariastella Gelmini, consigliera comunale oltre che capogruppo dei deputati -. É stata una grande firma prima al Corriere della Sera e poi al Giornale, ha scritto con Montanelli i tredici volumi sulla Storia d'Italia e, tra l'altro del libro Milano Ventesimo secolo, storia della capitale morale da Bava Beccaris all'anno 2000, «dedicato alla nostra città, la culla del giornalismo a cui Cervi ha contribuito moltissimo. Aggiungo che ha avuto un approccio milanese anche al lavoro: fino all'ultimo, superati i novant'anni, non riusciva a stare lontano dalla scrivania. É giusto che il suo nome sia inserito tra i Grandi di Milano». Cervi si è recato quotidianamente in redazione, in via Negri, per rispondere alle lettere dei suoi lettori fino agli ultimi giorni. Aveva iniziato la carriera di giornalista nel 1945 come cronista del Corriere, dopo quasi trent'anni lasciò via Solferino per fondare il Giornale con Montanelli, che seguì anche nella parentesi de La Voce, per tornare al Giornale nel 1997 come direttore al posto di Vittorio Feltri. E continuò la sua collaborazione come editorialista anche dopo aver lasciato la direzione nel 2001 a Maurizio Belpietro.

E Fratelli d'Italia, Matteo Forte (Milano Popolare) e l'ex candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi hanno già sottoscritto la proposta - inviata a metà agosto da De Pasquale al presidente del consiglio Lamberto Bertolè - di iscrivere la fondatrice del Cav al Famedio. «É stata l'animatrice instancabile e la fondatrice visionarie del Centro di aiuto alla vita presso la Clinica Ostetrica Mangiagalli - è scritto nella motivazione -. Ha fornito una grande assistenza morale e materiale a tantissime donne che la vita ha messo di fronte a scelte difficili ed esistenziali. Nel rispetto delle leggi vigenti, ha aiutato tante donne verso una generosa scelta in favore della vita e della procreazione consapevole». Nel 2013 alla Bonzi venne assegnato l'Ambrogino d'oro ma la sinistra radicale rappresentata allora da Sel in consiglio si oppose. Anche l'anima più a sinistra del Pd, l'ex assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino (ora europarlamentare) un mese fa ha invece sostenuto che «sarebbe bello ricordarla dedicandole un luogo simbolico, capace di unire.

Ho una storia diversa, e sono orgogliosamente parte di movimenti che si sono battuti per i diritti civili e delle donne, ma riconosco che la sua opera ha messo al centro il valore della vita, aiutando generosamente tante donne e garantendo a tanti bambini di venire al mondo».

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