Caos in Comune, arriva la polizia

É un'escalation, dagli striscioni alla chiamate del 112. Alle 10.30 iniziano le proteste verbali. Alle 12.09 scoppia la bagarre in consiglio comunale, con l'opposizione al centro dell'aula che grida «vergogna» e srotola gli striscioni: «Dimissioni», «incapaci». In aula si sta discutendo l'assestamento di Bilancio 2013: la maggioranza ha deciso di accorpare 4.700 emendamenti in 29 gruppi e contingentare i tempi. La minoranza minaccia ricorsi, grida all'ennesimo «attentato alla democrazia». Mentre si scatena lo scontro - ironia - nelle caselle mail dei consiglieri arrivano gli auguri di Natale del sindaco e il ringraziamento per «l'impegno quotidiano per il bene dei milanesi». Dopo le 15 la rissa a Palazzo Marino raggiunge l'apice. Il centrodestra trova un sistema per fare ostruzionismo, il presidente Rizzo chiude il dibattito e mette al voto il Bilancio. Mentre il consigliere di Fdi De Corato salta sulla sedia per protesta, i leghisti Morelli e Iezzi gridano «fascista» al presidente, il consigliere di Fi Pietro Tatarella chiama al cellulare il 112.

Chiede l'intervento delle forze dell'ordine per violazione dell'articolo 338 del Codice penale, ovvero violenza o minaccia a corpo politico, amministrativo o giudiziario». Arrivano tre uomini della Digos. I consiglieri prendono appuntamento per depositare i filmati della seduta e sporgere formale denuncia.

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