La capitale inglese pronta a spendere 200 milioni solo per le piste ciclabili

La capitale inglese pronta a spendere 200 milioni solo per le piste ciclabili

È la città del business e degli affari, ma da qualche anno anche delle biciclette. Londra capitale del «bikesharing», e della mobilità sostenibile. Manager che vagano per la City in giacca e cravatta a pedalata spedita per recarsi in ufficio.

È il boom delle due ruote, grazie a moltiplicatori eccezionali come i titoli olimpici e i mondiali vinti su pista da sir Bradley Wiggins, che è poi lo stesso che ha regalato alla Regina il primo Tour de France della storia ad una nazione che si è scoperta non solo amante del calcio, del rugby o del golf, ma anche e soprattutto della bicicletta.

In Inghilterra, come negli States, il ciclismo è ormai considerato a tutti gli effetti il «newgolf», lo sport del momento. Per certi versi anche uno sport per ricchi, visto il costo medio di una buona bicicletta da corsa fatta su misura non può costare meno di 4mila dollari. Ed è per questo che alle indimenticabili Olimpiadi di Londra il ciclismo ha ricoperto un ruolo di assoluto rilievo: la prova su strada in piena città, arrivo posto davanti a Buckingham Palace. Un milione e mezzo di appassionati hanno seguito la corsa vinta poi dal Kazako Vinokourov.

Bene, questo per dire che cosa? Che nella città più europea di tutte, si è investito molto in questi ultimi dieci anni nella promozione del mezzo di Leonardo, ma tanto investirà nei prossimi mesi e anni. Milano è pronta con la sua Expo, dove il mondo è pronto a giudicarla, ma Londra ha fatto qualche passo in più. È prontissima a fare un ulteriore scatto in avanti e spenderà oltre 5 miliardi di euro per il rifacimento delle strade e oltre 200 milioni saranno dedicati solo alle piste ciclabili.

Il primo cittadino, Boris Johnson, vuole trasformare la capitale britannica in una metropoli a misura di biciclette con due importanti vie che taglieranno da est a ovest e da nord a sud la città, quasi come se fossero due vere e proprie arterie autostradali dedicate solo ai ciclisti.

Saranno molto più che semplici corsie perché «staccheranno» i ciclisti dal traffico motorizzato offrendo protezione, sicurezza e servizi. Saranno adeguatamente illuminati i tunnel, saranno montati supporti per le zone di sosta e, in generale, si cercherà di ridurre la fisiologica congestione della «marmellata di traffico» proprio con il mezzo di trasporto più ecologico.

Le stime parlano di una riduzione delle code e delle tempistiche negli spostamenti di circa 60 per cento; d'altra parte è aumentato del 10% in pochi mesi l'uso della bicicletta oltremanica ed è raddoppiato nell'ultima decade.

Quanto si impiegherà a costruire le nuove piste? Le prime dovrebbero essere pronte già a marzo e si lavorerà anche nel miglioramento di quelle già esistenti.

La scelta di Londra arriva un po' in ritardo rispetto ai paesi centro-nordeuropei oppure asiatici, ma finalmente qualcosa si sta muovendo. Là nascono le autostrade, da noi le piste ciclabili restano piccoli sentieri abbandonati.

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