Cronaca locale

"Caro Sala, sento Salvini quasi più di mia moglie"

Bernardo: "Ho il massimo sostegno dai partiti" E boccia il "patentino antifascista" del sindaco

"Caro Sala, sento Salvini quasi più di mia moglie"

«Con Salvini e mi sento tutti i giorni, anche più volte, quasi più di mia moglie, è un trascinatore e un grande leader. La coalizione è solida e nelle liste ci sarà tanta gente competente». Per Luca Bernardo la rinuncia del leader della Lega a candidarsi per la prima volta dal 1993 è un non problema e non è un segnale di disimpegno, assicura anche che «Salvini sarà molto presente a Milano a settembre». E non lo colpiscono nemmeno le ironie del sindaco Beppe Sala che due giorni fa ha sottolineato l'assenza del nome dello sfidante sui manifesti elettorali dei centrodestra, che invece c'è già in quelli di Fi in questa prima fase «Mi viene da sorridere - ammette Bernardo -, trovo strano che il sindaco invece di confrontarsi con i cittadini su quello che ha fatto trovi il tempo di controllare chi c'è o non c'è sui manifesti. Io non ce l'ho e ai selfie e ai like preferisco gli incontri con la gente. Mi sento assolutamente appoggiato dai partiti». Sala ribatte che «non ci vuole uno studio per guardare i manifesti, siamo in campagna e si sta attenti a ciò che fanno i competitor, guardo anche gli altri sfidanti». E ribadisce di essere pronto a tre confronti con i competitor e «non voglio essere io, anzi preferirei che lo facessero gli sfidanti, definire dove, mon voglio spingere assolutamente per una sede piuttosto che un'altra». Bernardo non perde tempo: «Il primo dibattito facciamolo nelle periferie in mezzo ai cittadini. Se il sindaco uscente non conosce la strada - provoca - lo accompagno io in Vespa. Anzi, se vuole mi dice già dove passare a prenderlo». Sala ribatte subito che non sarà un confronto a due ma «con tutti i candidati, nessuno deve essere escluso».

Potrebbe essere una donna ma Bernardo conferma che non sarà Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, a guidare la sua lista civica («ma mi ha garantito il massimo supporto») e il no dell'avvocato Annamaria Bernardini De Pace a guidare la lista della Lega non toglierà nulla al suo impegno, «è una delle mie sostenitrici, ci sentiamo sempre, pubblicherò sui social anche un disegno di suo nipote, il figlio di Raul Bova, che mi ha ritratto con il camice mentre impenno con lo scooter». Giorni fa dal centrodestra sono riesplose le polemiche contro Sala per aver incontrato a Palazzo Marino nei mesi scorsi due rapper, uno era Rondo da Sosa raggiunto ora da un daspo del questore. «Non l'avrei incontrato, aveva già avuto problemi di aggressività, denunce per lesioni e appropriazione indebita. Non valeva la pena per qualche like, la violenza non va mai tollerata». E il tema dell'antifascismo torna a scaldare il confronto tra i due principali competitor. La giunta Sala ha appena esteso ai bandi per richiedere spazi comunali non commerciali l'obbligo di firma della dichiarazione di adesione ai valori antifascisti, il «patentino». «Non riesco a pensare che ci siano ancora fascisti e che serva una patente, piuttosto il prossimo sindaco dovrà concentrarsi sullo sgombero di Macao, Leoncavallo e degli altri centri sociali occupati abusivamente» contesta il candidato sindaco del centrodestra. Sala tira dritto: «L'estensione è una scelta voluta, non voglio drammatizzare il momento ma bisogna stare attenti, e dalla sua parte non è assolutamente vero che siano tutti antifascisti». Bernardo entra anche sul tema della pineta dedicata ad Arnaldo Mussolini che ha provocato polemiche contro il sindaco di Sormano, nel milanese, che ha rifiutato di rimuovere l'intitolazione perchè fa parte della storia. «La storia - riflette Bernardo - si può anche tenere sui libri, ma la decisione è del sindaco. Se io avessi una via dedicata a Mussolini, idem quelle di alcuni comunisti che hanno prodotto morti».

Sala infine ha licenziato ieri il programma elettorale, «sarà più ristretto del 2016 e non toccherà il tema tasse, con le incertezze di bilancio oggi più che mai le promesse sarebbero una boutade».

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