Caso Limonta, sindaco ai suoi «Tiro dritto e scelgo da solo»

Mal di pancia in maggioranza per il nuovo assessore Sala: mi davano del renziano, ora amico dei no global

Chiara Campo

«La mia scelta di affidare l'Edilizia scolastica a Paolo Limonta ha suscitato qualche malumore, come prevedibile». Usa un eufemismo il sindaco Beppe Sala per contrattaccare alle critiche della sua maggioranza dopo la nomina del consigliere di Milano Progressista in giunta. «Io tiro dritto e penso al lavoro da fare - avvisa -. D'altro canto negli anni mi hanno dato del renziano, di quello appiattito sul Pd e ora vicino ai centri sociali. La verità è una sola: io ragiono con la mia testa, sempre, e non mi faccio condizionare. Anzi, di verità ce ne è un'altra: premio la competenza e non la presunta rappresentazione di uno spazio politico». Un affondo diretto al consigliere della Lista Sala, Enrico Marcora, che ha contestato la spostamento a sinistra della giunta ed espresso lo scontento dell'area centrista. Ma Sala, nel finale, ha voluto minimizzare il peso del suo consigliere, come a dire che non ha titolo di parlare a nome dell'elettorato centrista. «Qui il problema - ribatte Marcora - è la legalità o l'illegalità, se Sala appoggia l'illegalità è una scelta sua». Si riferisce alla vicinanza di Limonta ai centri sociali e in particolare al Leoncavallo. Da mesi Marcora polemizza con Sala ma non pensa di uscire dal gruppo: «Per adesso sono con quelli che mi hanno eletto. Ed è la giunta che si sposta, io sono sempre sulla stessa linea». Ma se gli si domanda se pensa che Sala nel 2021 si ricandidi ribatte pungente: «Per me oggi è orientato a non ricandidarsi. Secondo me essere sindaco di Milano è una grandissima responsabilità e un grande privilegio, il fatto di non accettare fin da subito è a mio avviso una mossa opportunista, vuole rimanere a vedere quali altre opportunità di lavoro possono capitargli a Roma».

La nomina di Limonta ha scatenato un malumore diffuso in maggioranza. Secondo i rumors non ha preso bene il metodo e la scelta la capogruppo di Milano Progressista Anita Pirovano, neanche informata in anticipo dal sindaco della promozione del suo consigliere. Un ruolo che per molti a sinistra era destinato alla stessa Pirovano. Il Pd invece contava su un rimpasto allargato per far entrare in giunta nell'ultimo anno e mezzo di mandato il capogruppo o una consigliera. Bisognerà vedere se ai primi test in aula (e al rientro dalle feste ci sarà una seduta straordinaria dedicata proprio al Leoncavallo) la maggioranza reggerà l'urto o i mal di pancia si manifesteranno su mozioni e ordini del giorno. Critica l'opposizione. «Nulla di personale contro Limonta - premette la capogruppo di Forza Italia alla Camera e consigliera a Milano, Mariastella Gelmini - ma la scelta del sindaco di coprirsi a sinistra, aprendo una giunta già debole alle frange estremiste, non aiuta sicuramente Milano. E anche dall'interno della maggioranza emerge lo sconcerto per questa scelta. La contiguità di Limonta coi centri sociali non rassicura chi, come Fi, ha sempre difeso la legalità».

Per il consigliere M5S Simone Sollazzo «se Sala per mettere a tacere i mal di pancia dice che la sua scelta ha guardato alle competenze allora mi sarei aspettato una figura decisamente più tecnica e lontana dalle logiche politiche, magari un ingegnere. Ha preferito invece assegnare una poltrona con criteri da Manuale Cencelli».

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