Centrale, Alfano «dribbla» i profughi

Per il ministro la stazione restituita al suo decoro. Però non ci va. E Pisapia sbotta: «Basta arrivi, abbiamo già dato»

«È stato restituito un completo decoro alla Stazione al suo interno e all'esterno». Parola del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, al termine dell'incontro in Prefettura con il sindaco. «Ringrazio i milanesi per la pazienza e lo spirito umanitario che hanno dimostrato - ha concluso Alfano -, il prefetto che ha organizzato tutto il lavoro e le forze dell'ordine». Parla come se tutto fosse finito, come se l'emergenza fosse rientrata e la stazione tornata alla normalità. In realtà basta passare dalla Galleria delle Carrozze, lo spazio antistante la Stazione appena restaurato, per rendersi conto che le cose non stanno proprio così, anzi. Lo scenario che si presenta a viaggiatori e turisti che approdano dal metrò per prendere il treno o viceversa sui binari è piuttosto inquietante.

«La nostra richiesta - ha attaccato Giuliano Pisapia - è che non vengano inviati ulteriori profughi in città. Visto che l'Europa ci ha abbandonato è necessario ridistribuire le presenze nelle diverse Regioni, proporzionalmente agli abitanti e in base alla effettiva capacità di dare una prima e dignitosa accoglienza». Di questo si discuterà domani alla conferenza Stato- Regioni.

Le attività fervono, i volontari continuano a smistare gli aiuti per scaricarli nei due negozi in plexiglass riciclati come hub di smistamento, i medici visitano nel presidio sanitario allestito nel container, i migranti vagano con aria atterrita e persa. C'è chi mangia seduto per terra un piatto di pasta - «vietato mangiare nei negozi», recita un cartello appeso in uno dei due temporary shop -, chi cerca aiuto con un cartello in mano. Chi chiede spiegazioni a interpreti e dottori sulla doccia anti scabbia. «Ti dovrai togliere i vestiti, ti faranno una doccia disinfettante - spiega il direttore del presidio medico della Asl Giorgio Ciconali - e poi ti dovrai mettere una crema. È importante che tu non ti rimetta i tuoi vestiti, se no il trattamento è inutile». Il giovane eritreo guarda il dottore perplesso: «Questi sono gli unici abiti che ho». «Non ti preoccupare, te ne verranno dati degli altri». I bambini corrono in lacrime da un lato all'altro della stazione perdendosi tra i passeggeri. I turisti dallo sguardo allibito si allontano veloci, gli altri clochard, un centinaio di stanza in stazione, come spiegano alla fondazione Arca onlus, guardano i nuovi arrivati con sospetto: «Perché loro mangiano e noi no?».

Istantanea della Centrale nel pomeriggio di ieri. Palazzo Marino fa sapere che questa situazione provvisoria durerà fino a giovedì, quando l'hub per lo smistamento diventerà il centro Sos stazione nel sottopasso di via Mortirolo. Dopo giorni e giorni di pressing da parte del Comune e del Governo, Grandi Stazioni ha consegnato il dopo lavoro ferroviario. Ad annunciarlo il sindaco: «Abbiamo ottenuto l'immediata consegna degli spazi, inutilizzati da molto tempo, come luogo dove accogliere dignitosamente i profughi, evitando così che la prima assistenza avvenga negli spazi antistanti la Stazione».

Le scuole messe a disposizione per l'accoglienza, quella di via Betti e la civica Manzoni in piazza XXV Aprile

Supera questo numero la quota di profughi già accolti dal Comune di Milano dall'inizio dell'emergenza, a ottobre 2013

Sono i posti letto in più che saranno messi a disposizione da giovedì nel Care, accanto all'ex Cie di via Corelli

I profughi, soprattutto eritrei, che hanno dormito la notte scorsa nei centri allestiti da Comune e prefettura

«Ringraziamo tantissimo i volontari che ci stanno aiutando e i donatori milanesi che lo stanno facendo in maniera impressionante. Siamo costretti a chiedere ai cittadini di non portare più qui in stazione Centrale cibo e vestiti perché ne stiamo ricevendo troppi» ha detto l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino facendo il punto sulla gestione dell'assistenza ai profughi e parlando, con una battuta, di «un eccesso di solidarietà.

«Chiediamo invece ai cittadini di portarli direttamente nei centri, consultando il sito del Comune: nei centri ci sono le organizzazioni del terzo settore e nulla va sprecato quando viene

portato lì», ha spiegato. Anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha speso una parola di «ringraziamento per i milanesi per la pazienza e per lo spirito umanitario che hanno dimostrato ancora in queste circostanze».

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