Centri commerciali, sì allo stop

Stop di sei mesi a nuovi centri commerciali in Lombardia. Un arresto totale, con l'unica eccezione delle strutture «inerenti o funzionali» a Expo: primo fra tutti, quello di CityLife. A votare il provvedimento, all'unanimità, tutto il consiglio regionale, che ha preferito la via di una moratoria breve senza esclusioni alla possibilità di prolungare la moratoria moltiplicando le eccezioni. Un primo passo per l'attuazione di un punto importante del programma elettorale della giunta Maroni. «Molto soddisfatto» l'assessore al Commercio, Alberto Cavalli.
Tutto è fermo fino al 31 dicembre 2013. Una decisione presa con l'obiettivo di approvare la riforma complessiva del commercio che tuteli i negozi di vicinato e i centri storici delle città, strozzati da un proliferare incontrollato di centri commerciali che alla fine ha messo in crisi anche la solidità e gli affari degli stessi iper.
È passata così la via più breve e più radicale. Nemmeno i centri commerciali che avevano già presentato richiesta di ampliamento saranno esclusi dallo stop. A voto segreto, è prevalsa l'idea che accogliere l'emendamento avrebbe significato stravolgere il provvedimento, perché le pratiche pendenti erano numerose. Così, nonostante la dichiarazione di voto favorevole della giunta e della Lega, l'emendamento di Carlo Malvezzi del Pdl è stato bocciato: 15 sì e 57 no.
Il consiglio regionale ha poi approvato un ordine del giorno dal titolo «Disposizioni in materia di programmazione commerciale», che contiene le indicazioni con cui il consiglio invita la giunta a procedere nella riforme. Tra le principali richieste, quella della Lega di non prevedere nuove autorizzazioni per grandi strutture di vendita «su suolo classificato agricolo». Si parla poi di «programmazione pluriennale», «valutazione dell'impatto occupazionale» e «studio dell'impatto sulla rete commerciale esistente». È stato l'assessore al Commercio Cavalli, a chiedere di modificare la parola «impegna» dell'ordine del giorno con la parola «invita». In sostanza, le questioni rimangono aperte.
Durante il dibattito, è scattato un battibecco tra Alessandro Alfieri, capogruppo del Pd, e il capogruppo del Pdl, Mauro Parolini.

«Non mi sembra che in Emilia Romagna il Pd sia contrario ai centri commerciali della Lega Coop» ha ironizzato Parolini, dopo che Alfieri aveva parlato di una riscoperta da parte del Pdl di «toni bucolici» sui negozi di vicinato. Al di là delle polemiche, però, lo stop ha trovato concorde l'intero consiglio regionale. Come dimostra il voto segreto, sono solo quindici i fautori della deregulation.

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