Cerca la sua Kora scomparsa scopre il rapitore seriale di cani

Cerca la sua Kora scomparsa scopre il rapitore seriale di cani

Perché la bastardina Kora è bella? E’ amata. La sua storia comincia nell’estate di due anni fa quando Martina P., milanese, ventun anni, e Lyana M., giamaicana nata a Londra, milanese acquisita, 23 anni, sentono un pianto in un cassonetto di Milano. Rovistando tra i rifiuti le ragazze trovano la cucciola gettata al macero. Sarà perché sono state due cicogne della provvidenza, sarà che la cagnolina ha proprio un destino d’amore, ma un mese fa le due salvifiche «madri» di Kora si sono trasformate in vere «007».
Il 18 marzo scorso Martina e Lyana lasciano al Pam di via Olona la loro cagnetta attaccata al guinzaglio nello spazietto riservato ai cani. All’uscita, solo il guinzaglio. Kora non c’è. Le «Signore in Giallo» danno il via a quattro giorni di ricerca mozzafiato. «Come prima mossa interroghiamo i negozianti della zona, sempre attenti a quanto accade - narra Martina -. Nella lavanderia ci dicono che era entrato il mendicante in carrozzella conosciuto da tutti, con la cagnolina in braccio per chiedere un nastro con cui legarla».
Le indagini si sguinzagliano a fiuto con gli interrogatori di tutti i vu’ cumprà, accattoni, zingari che da via Olona si espandono fino a Sant’Ambrogio e Cadorna. «Li abbiamo passati a tappeto. Vedevamo che sapevano e che avevano paura. Quell’invalido, italiano, accento del sud, che poi a voce di popolo è un finto invalido, è un conosciuto per rubare cani. Perfino alcuni punkabbestia ci hanno aiutato indirizzandoci verso un senegalese di Cadorna». La polizia? «Ho toccato con mano che se viene rubato un cane per la legge di questo Paese è una cosa inferiore a una borsa».
Proprio il senegalese, un omone che fa paura al diavolo, è reticente. Teme l’uomo in carrozzella. Alla fine si sbottona. Il finto paraplegico va e viene tutti i giorni in bus da Legnano e abita nelle case popolari. Sono le 19 del 22 marzo. Martina e Lyana inforcano l’automobile per Legnano, dirette alle case popolari di Canazza. Devono assolutamente individuare dove abiti quel Roberto che esce ed entra da San Vittore per reati vari. Interrogano un gruppo di ragazzini di Canazza, che non vedono l’ora di sbugiardare il barbone. «Ci raccontano che è un individuo pericoloso, soprattutto per le loro sorelle. Roberto ha fama d’essere anche un violento».
Giungono, quindi, al campanello dell’interessato. Suonano. Roberto scende, facendo avanzare la carrozzella con i piedi, senza girare le ruote con le mani, come farebbe un vero paraplegico. Non sa nulla di Kora, ma nel suo racconto sconnesso afferma che la cagnolina non è stata rubata. Si è perduta. Chi poteva assicurare che quelle due donne erano le loro padroncine?. «Sappiamo tutto di lei. Da quattro giorni siamo sulle sue tracce. E’ inutile che continui a prenderci in giro» ribattono le due ragazze. L’uomo dice loro che andrà a prendere Kora, ribattezzata da lui Diana, che lascerà semichiuso l’ascensore e che solo se la cagnetta correrà da Martina e Lyana, l’avrebbe poi restituita. Kora fa di più. Non appena l’ascensore arriva si mette a piangere, come quel giorno nel cassonetto.

Martina e Lyana la riabbracciono come allora. Poi la denuncia ai carabinieri di Legnano perché in casa del pregiudicato c’è anche un labrador di dubbia provenienza. «Il maresciallo ci ha ascoltate, perché ama gli animali quanto noi. Per fortuna».

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