Chiude i lavori «Sublimar»: letterature religiose a confrontoAlla Società Umanitaria

«Sublimar», il primo festival della Letteratura religiosa, che chiude oggi i lavori alla Società Umanitaria in via San Barnaba 38, ci lascia in eredità un intrigante vocabolo, «Ierophasica», titolo dato al programma delle attività culturali. Ierophasia, «verbo» dalle radici arcaiche, significa: la parola sul sacro, quella parola che un Novecento filosoficamente e artisticamente materialista parrebbe aver sepolto.
Rinasce come una Fenice dalle sue ceneri questo bisogno di ritornare a parlare di sacro, perché in un mondo in cui siamo riusciti a seppellire quasi tutto delle religioni, culti, magie e profumi, non siamo stati in grado di seppellire invece la peggiore delle manifestazioni legata al credo, anzi alla superstizione, quindi all'ignoranza religiosa: la guerra. In nome di una pace mondiale in cui ogni Dio sia fratello di un altro Dio il primo festival voluto a Milano, città in cui fu promulgato il primo editto sulla tolleranza religiosa, il celebre Editto di Costantino, ha riunito da venerdì 20 giugno fino ad oggi i principali editori internazionali di letteratura religiosa. Cristianesimo, Ebraismo, Islam, Induismo, Buddismo, Taoismo, per citare le maggiori «correnti» dello spirito, hanno presentato nel chiostro della Società Umanitaria i loro volumi sulle tematiche teologiche di maggior rilievo, per cercare punti di contatto e di diversità, di quella diversità che porta all'amore. In nome di Dio i libri vogliono far nascere la fratellanza universale, che poi sta alla base di ogni vera religione.


In questi giorni si sono confrontati relatori come lo storico dell'arte Vittorio Sgarbi, il filosofo Giulio Giorello, il giornalista Marco Garzonio. «L'idea è stata di papa Francesco» ha detto Fiorella Marino, presidente dell'associazione F.F.M. Onlus, organizzatrice del festival. «Sublimar» è un nuovo appuntamento, nato con la speranza di un lungo avvenire.

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