LA CITTÀ DEL FUTURO

La Milano che verrà è disegnata nel Pgt, il piano di governo del territorio che il sindaco Letizia Moratti spera di approvare a primavera e di portarsi in campagna elettorale come promessa mantenuta e road map per altri cinque anni di lavoro. Poi c’è l’Expo che del territorio ridisegnerà un milione di metri quadrati a partire dal novembre del 2015 alla chiusura dei padiglioni. Ma, in realtà, la città è già cambiata grazie all’intervento dei grandi gruppi immobiliari privati che da qualche tempo hanno deciso di investire sul futuro della città. Basta alzare gli occhi al cielo per vedere com’è già salito il cantiere di Porta nuova griffato Hines-Ligresti. E non manca ancora molto per vedere la nuova sky line disegnata dalle archistar per l’area della vecchia Fiera che diventerà la City Life di Generali Properties, Allianz e Immobiliare Milano. Bloccato, per ora, il grande progetto di santa Giulia sulle ex aree Montecity-Rogoredo è invece ultimato l’intervento della famiglia Cabassi sull’area di Milano Fiori. Grandi progetti investiranno presto anche le caserme e le aree di proprietà del Demanio dello Stato e in carico al ministero della Difesa. A partire dal milione di metri della Piazza d’armi, i 150mila della caserma Montello e i 120mila della Mameli. Da trasformare anche il comprensorio XXIV Maggio-Magenta-Carroccio e la caserma Rubattino.

Un ruolo fondamentale nel prossimo Pgt sarà recitato anche dalle Ferrovie dello stato con scali e aree dismesse: San Cristoforo, Porta Genova con 65mila metri dedicati al Polo della creatività, moda e design, Farini-Lugano (650mila emtri (residenziale, terziario, commerciale, università e ricerca), porta Romana Greco-Breda Magazzini della Stazione Centrale, Lambrate e Rogoredo.

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