Scoppia la guerra tra gli artisti di strada. Da un lato i mimi, i clown e i saltimbanchi, che in centro non trovano più nemmeno un metro quadro libero per esibirsi. Dall'altro i musicisti, i veri «privilegiati» dal nuovo regolamento del Comune: gli unici, insomma, a lavorare e a riempirsi le tasche di contanti a fine giornata.
Alessandra Pedersoli, che dal 1995 indossa naso rosso e parrucca colorata, vaga per le vie intorno al Duomo da una ventina di giorni senza riuscire a esibirsi. E senza guadagnare un euro. In difficoltà anche il marito Gabriele, ritrattista, che non sa più dove fermarsi con lo sgabello e il cavalletto. Stessa sorte per tutta la categoria dei pittori, che spesso si rassegnano ad angolini inosservati, rinunciando alla platea più golosa.
«A luglio - denuncia Alessandra - è stata data la possibilità unicamente ai musicisti di poter avere una postazione in via esclusiva. Alle altre categorie non resta che doversi accontentare di postazioni di minore interesse o visibilità». E chi suona, volendo, ha la precedenza anche sui posti di serie B. Prese d'assedio piazza Scala e corso Vittorio Emanuele, le cui postazioni sono andate a ruba sulla piattaforma web che gestisce le prenotazioni degli spazi di tre mesi in tre mesi. Restano libere le viuzze meno frequentate, dove il via vai e il guadagno sono dimezzati.
C'è anche un altro nodo da risolvere. I ritrattisti, gli scultori e i pittori pagano l'occupazione del suolo pubblico, chi suona no. «Eppure - spiega l'avvocato Marco Passoni - sono parecchi i musicisti che non lavorano a cappello (cioè a offerta libera) ma che espongono banchetti con i propri cd e listino dei prezzi. Ovviamente non potrebbero».
I veterani dell'arte di strada chiedono controlli più capillari, non solo sui permessi, ma sul rispetto del numero delle ore e dei giorni dell'esibizione: in teoria 3 ore di strada per 4 giorni alla settimana e per 4 volte al mese. «In quasi vent'anni di carriera - sostiene la clown Alessandra - non ho mai preso una multa e non ho intenzione di fare l'abusiva. Però bisogna dare a tutti la possibilità di esibirsi. Invece la logica dei privilegi, presente in tanti settori operativi, fa capolino anche nel nostro caso».
Resta da chiarire un altro aspetto del nuovo regolamento degli artisti di strada: il Comune ha istituito una serie di provini per garantire un certo livello degli spettacolini a lato delle vie, soprattutto in vista di Expo. «E allora che ci fanno i rom a suonare in giro? - si chiedono mimi e saltimbanchi - Non rispettano né regole né niente ma nessuno li caccia. E perché è stato dato il permesso ai nomadi di travestirsi da clown raffazzonati per fare le foto a pagamento con i bambini? Quella non è certo qualità. Non hanno una preparazione professionale e non sanno fare nulla».
Non si tratta certo di capricci da prime donne. In ballo ci sono la voglia disperata di lavorare, la corsa ad ostacoli tra le nuove regole e l'affitto di casa da pagare a fine mese.
Clown contro musicisti: lotta tra gli artisti di strada
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