Non tutti mandano tweet da Cap Nègre con Addio alle armi in mano, come Sarkò dalla residenza Bruni di Carla, forse perché in Italia è più un pericolo che altro passare da intellettuali. Basta leggere un libro invece di giocare alla playstation e il marchio è già indelebile. Ma leggono anche a Milano coloro che si occupano della polis, città in cui l'aria è incandescente di Expo e voto che vale il Paese.
Prendiamo Giuliano Pisapia , lieto di rivelare che in cima alla pila sul comodino ha l'ultima fatica del direttore del Sole 24Ore : Nuovo viaggio in Italia di Roberto Napoletano . Forse perché parla di «primavera» della città di cui è sindaco? A giudicare dai titoli, nonostante dimissioni anticipate e resistenze, non sembra che voglia mollare l'osso senza vendere cara la pelle: «Ho in lista Com'è bella la città , che mi ha regalato l'autore, Massimo Chiavarone , con una bellissima dedica: attraverso interviste racconta Milano». Fuori dai suoi schemi la passione dietro le tende del salotto di Maria Angiolillo : «Mi attende La Signora dei Segreti di Bruno Vespa e Candida Morvillo ». Così come l'affresco coniugale dei novelli Sandra e Raimondo: «Ho scelto anche un libro divertente e spiritoso scritto da Claudio Bisio e sua moglie Sandra Bonzi Doppio Misto. Autobiografia di coppia non autorizzata . Leggerò anche Riccardo Targetti, L'ultima via d'uscita : mi ha chiesto di presentarlo a Bookcity ».
La di lui consorte, Cinzia Sasso , fiera sui social di vantare una foto con Michelle Obama , è impegnata con i libri di un concorso letterario, con premiazione settembrina a Chianciano: «Si chiama «Donna sopra le righe», il presidente è Andrea Camilleri . È bello anche perché sostiene le donne che hanno avuto il cancro». Disgrazia che ha coinvolto personalmente anche lei.
Letture da sogno per il presidente della Regione. Non che Roberto Maroni vagheggi idilli onirici di mezz'estate, perché Zefira di Gioacchino Criaco è un giallo duro: la storia di un giovane poliziotto milanese inviato a dirigere un commissariato in Calabria. A che si deve la scelta? «Storie incrociate di malavita, passioni amorose e profumi intensi. Altro che la monotonia della routine milanese». Una piccola confessione: «E anche un po' di nostalgia, appena appena, per quando da ministro mi occupavo di queste cose». Palazzo Lombardia sta stretto a chi ha memorie da Viminale?
Ecco Paolo Romani , capogruppo di Forza Italia al Senato: «Leggo Prima guerra mondiale di Lawrence Sondhaus, La lista della spesa di Carlo Cottarelli, Big bang di Simon Singh e Io non posso tacere di Piero Tony. Sono laico e appassionato di storia del mondo e delle sue origini. E poi tanta cronaca politica...». Estate in giallo per Mariastella Gelmini , anche lei ex ministro, che a giudicare dalle scelte editoriali non sembra proiettata sull'Istruzione, piuttosto sulla vita cittadina. E ognuno intenda quel che preferisce: «Leggo con piacere i libri di Gianni Simoni . Ora ho tra le mani Troppo tardi per la verità . Mi coinvolgono i suoi racconti perché sono ambientati in due città che sento mie: Brescia e Milano».
Il thriller, luogo dove nulla è come sembra e le insidie si nascondono dietro ogni riga, è una gran passione trasversale. Se fosse per l'amore dell'intrigo, le alleanze sarebbero un gioco da ragazzi. Matteo Salvini , il segretario della Lega, e Maurizio Lupi , il capogruppo di Area popolare o Ncd che dir si voglia, sono separati da fossati ma non da libri. Tutti e due dichiarano di leggere La ragazza del treno di Paula Hawkins , best seller da milioni di copie. Salvini premette che molte sono intenzioni, più che pagine lette: «Ho fatto le vacanze con i miei figli e non ho avuto molto tempo. Però ho appena finito La ruga del cretino di Andrea Vitali , ambientato sul lago di Como. Ho in mano I misteri della montagna di Mauro Corona , che mi appassiona molto. Per distrarmi, thriller e vette». Niente Vangelo o letture spirituali, come consigliato da più parti? «Teoria diplomatica, fisica quantistica, vita dei santi no. Non sono all'altezza. Leggo per svagarmi tra un criminologo, una medium, una giovane contadina un po' strana».
L'ex sindaco Gabriele Albertini , come sempre appassionato di guerra, si beve la storia del cecchino dei cecchini ed è tutto concentrato sul romanzo cult degli appassionati di palazzo, non inteso nel senso migliore del termine. «Ho appena finito American sniper di Chris Kyle e sto leggendo House of cards di Michael Dobbs», cioè uno dei mantra più contestati del renzismo anche se scritto dal capo dello staff di Margaret Thatcher. «Prossima lettura un mattoncino: La battaglia di Bretton Woods di Benn Steil». Si scrive dollaro, si legge euro.
Saranno i fatti della vita, ma Maurizio Lupi ha la testa alle vicissitudini della giustizia. «Ho in mano Io non posso tacere di Piero T ony e Non avevo l'avvocato di Mario Rossetti . Raccontano la giustizia da due punti di vista: il procuratore capo di Prato che racconta ciò che non va dentro la magistratura. Rossetti è l'altra faccia: chi la malagiustizia la subisce, un caso pazzesco». Tutto preso dall'attualità è il prefetto, Francesco Paolo Tronca . Anche in pieno agosto l'attenzione rimane concentrata su ciò che allarma lui e non solo lui, a Milano e in tutta Italia. «Leggo L'età dell'estremismo di Marco Belpoliti » dice dalle sue vacanze. Ed è inutile aggiungere che l'età dell'estremismo è l'oggi, dilaniato tra gli eredi di Bin Laden, la guerra dei droni e la paura che dilaga.
Tra coloro che evadono nella letteratura, non a caso una donna e si sa che le signore sono le preferite da romanzieri e case editrici, perché traducono la vita in pagine lette. Ada Lucia De Cesaris , la vicensidaco che si è dimessa con qualche polemica e una certa dose di mistero, rivela di leggere Giuda di Amos Oz , raffinata storia di traditori e tradimenti che finisce per rivalutare proprio Giuda. Segue Ota Benga , terzo volume della saga di Antonio Monda , che racconta la storia di un pigmeo liberato e portato a New York da un missionario americano. A concludere Guasto è il mondo di Tony Judt , pensatore gradito a Sofri e Augias, pronto nel denunciare un mondo in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. «Sono letture che volevo fare da tempo e non sono riuscita. Oz ha la grazia di coniugare laicità e religiosità, il romanzo ha in sé un po' di mia famiglia, Judt è una riflessione sul futuro e sui giovani di una persona con grande capacità di analisi». Chapeaux al peso specifico.
Vola alto Stefano Boeri , forse anche per essere pronto ad atterrare: «Per preparare la conferenza d'apertura dell'anno accademico alla Columbia University di New York, sto rileggendo Il Barone rampante di Calvino, datato 1957, alla ricerca delle origini ispiratrici del Bosco verticale... Un bel romanzo italiano, «Atti osceni in luogo privato» di Marco Missiroli , che è scritto benissimo. Poi Orientalism di Edward Said , scritto nel 1979, che ci aiuta ancora oggi a capire che succede nel Vicino oriente. E la storia del goal di Mario Sconcerti , fondamentale per un giannibrerofilo come il sottoscritto».
Altro intellettuale, altro elenco da trascrivere sull'agenda delle letture da non perdere. Paolo Del Debbio , la cui fama di conduttore tv ha un po' oscurato il cursus honorum accademico, è alle prese con un corso da preparare per lo Iulm, dove insegna Etica ed economia: «Come narrativa rileggo Albert Camus , in particolare La peste , Lo straniero e Il mito di Sisifo. Insieme con Sartre, è fondamentale sul senso della vita nella letteratura dell'assurdo.
Poiché il corso di quest'anno è sull'alienazione, sono anche alle prese con i manoscritti di Marx e con la regola di San Benedetto , che ne è un superamento». E sarà un paradosso, ma forse anche no, che l'unica lettura cattolica arriva da un liberale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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