Collane di cipolle rosse e pendenti di cioccolato

«Gioielli di gusto»: così le delizie della tavola hanno ispirato la creazione di preziosi e bijoux

Come descrivere il tocco di leggerezza del filo di perle che scorre in bocca... Quando si scrive si gioca con quel filo, avvicinandolo alle labbra, pensando che le perle siano le parole di una conchiglia, ma il fatto è che la mostra a palazzo Morando «Gioielli di gusto. Racconti fantastici tra ornamenti golosi», gemma di Expoincittà, abbina due tradizioni di grande portata: il prezioso oggetto dell'ornamento e il cibo, insieme in gioie degli occhi visibili al pubblico da oggi all'8 dicembre.

I tesori del giardino, dall'uva alle rose, dalle foglie di vite a quelle del mirto care a Venere, fin dall'antichità sono state cesellate in collane o orecchini in oro, argento e pietre preziose, e non possiamo dimenticare che uno dei più osannati orafi della storia, Peter Carl Fabergé, trasformò le uova in sogni imperiali. A proposito di uova, una delizia al cacao: «Galassia», la riproduzione del celebre cioccolatino del milanese Davide Comaschi, vincitore del World Chocolate Masters nel 2013. Realizzata dalla design Rosamaria Venetucci per Didoni Pietre, la «piramide» compatta e diafana è in oro gold chocolate o in argento, con un quarzo rutilato e un diamante nella parte interna. «Il punto luce è un brillìo dell'anima» spiega Rosamaria. Il pendente sarà esposto a Expo.

«Con una parte della mostra andremo in Brasile - ha spiegato l'ideatrice e curatrice Mara Cappelletti -. Ora Milano può godere delle quattro sezioni sul tema gourmand: il Gusto dei gioielli, il Gusto della moda, il Gusto Contemporary, il Gusto Vintage». Nelle teche di Daca, bracciali e anelli s'accompagnano a origami, ovvero forme di carta, che imitano caffettiere e forchette, per ricordarci che i primi origami furono ideati in cucina e che se il cibo è energia del corpo, una pietra può esserlo per la psiche. L'allestimento letterario che unisce materia e carta, entrambe molto preziose, è di Alejandro Ruiz. Luccica come bollicine l'anello a forma di tappo di champagne. Realizzato in oro rosa, bianco e giallo, con diamanti bianchi e brown e zaffiri gialli, è di Roberto Coin. Seduce la delicatezza del collier «S'isposa» di Annalisa Cocco con pane smaltato di Eleonora Virdis - Nonnora. Regale nel suo rosso fucsia e nello stesso tempo plebeo come un ortaggio di Bertoldo, il collier «Faccia di cipolla» di Veronica Guiduzzi, concepito su un cavo d'acciaio con bucce di cipolle plastificate, allude a una scollatura ardente, audace.

«Gioielli di gusto» raccoglie la sezione antica «Il gusto dei gioielli» con la collezione De Marchi, tra cui una divertente spilla-orologio a forma di ciliegia, e esemplari della celebre casa Mauboussin.

Non poteva mancare una «tavola» dedicata a bijoux vintage con Trifary, Boucher, Sharra Pagano, Fendi, Ferrè e Lagerfeld. L'assessorato alla Cultura del Comune ha creato questa chicca insieme alla direzione dei Musei Storici, all'associazione Memoria e progetto, l'Università degli studi di Milano e la scuola professionale Galdus.

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