(...) il sottosegretario regionale Alan Rizzi, per un vertice fissato da tempo su progetti di cooperazione, e di formazione in particolare. Una delegazione lombarda è stata a Tunisi a fine novembre. I progetti fioccano, come gli incontri delle delegazioni e gli accordi economici. Nella questione-moschee, invece, il console non vuole entrare: «Noi non abbiamo questo bisogno. Ci sono tante moschee e centri. Se vogliono altri spazi, possono chiederli. E se hanno diritto li avranno, è un problema fra centri e istituzioni. Ogni Paese ha sue leggi, noi non avvertiamo il problema. Se ci fosse bisogno di noi, le istituzioni si parlano...».
Diplomatico di carriera da 22 anni, laureato in economia delle relazioni internazionali con un dottorato in Scienze politiche, esperto di sicurezza, Ben Soltana rappresenta il volto moderno della Tunisia, quello di una giovane democrazia che vuole crescere, relegando al passato i fantasmi del jihadismo. «Io parlo di minaccia terrorista, che esiste per tutti Paesi, arabi o europei. Abbiamo visto i fanatici dopo il 2011, ma la Tunisia ha superato il problema. Il nostro popolo è moderato e aperto. L'integralismo non può attecchire. Parliamo del passato». Ben Soltana sottolinea con orgoglio che la Tunisia, oltre a un gran numero di chiese, ospita «la sinagoga più antica del mondo». Proprio di Djerba è l'attuale ministro del turismo Renè Trabelsi, esponente di una famiglia di religione ebraica: «Un bravo tunisino» dice il console, ricordando con soddisfazione come la sua terra abbia dato in passato due imperatori a Roma e un Papa alla Chiesa cristiana (Vittore, origine berbera). Gli italiani in Tunisia sono sempre stati molti. Basti pensare che nel 1926 erano 89mila. «Sono qui con tutto il rispetto e la dignit». Le storie sono moltissime. Un nome per tutti: la grande Claudia Cardinale, nata a Tunisi, come i suoi genitori, figli di emigranti siciliani. Poi ovviamente Bettino Craxi: «Ho visto Hammamet il primo giorno - dice - racconta la storia di un uomo di Stato che la Tunisia ha accolto in modo molto umano». Oggi il turismo è fondamentale per l'economia tunisina, ma in Tunisia lavorano circa 870 aziende italiane, mentre in Italia operano 14.600 tunisini. Solo in Lombardia (una delle 4 regioni su cui Soltana ha competenza) i tunisini con permesso di soggiorno sono 17mila. La comunità è grande. «Molti sono professionisti, medici, sportivi, e ci sono 500 studenti. Insomma non parliamo solo di immigrazione irregolare», sbotta.
«Qualche tunisino è qui illegalmente - ammette - e se si trovano qui in una situazione illegale non hanno possibilità di lavorare e non vedono altra possibilità che non sia un'attività criminale. Ma lo Stato tunisino rispetta gli accordi e non ha problemi a riprendersi i cittadini espulsi». «La migrazione è un fenomeno di tanti anni. Non posso dire che si fermerà, o meno. Un giorno magari troveremo soluzioni, per esempio per i giovani. Perché non aprire le porte a quelli che vengono a cercare lavoro?». Il consolato ha concluso accordi con 20 questure - su 23 - per il rilascio dei permessi di soggiorno, mentre per un passaporto in viale Marche si aspetta solo poche ore. Ben Soltana è fiducioso anche per il suo Paese.
«La stabilità democratica è legata alla stabilità economica e alla sicurezza. La Tunisia ha celebrato le sue elezioni in un clima di grand rispetto democratico e libertà, è uno step importante. L'economia è in ripresa, sono fiducioso».Alberto Giannoni
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