É una spina nel fianco, ma il sindaco Pisapia ha usato fair play. «Mi ha detto pensaci bene, non dimetterti». Risposta? «Non hai capito bene Giuliano, adesso ti marcherò ancora più stretto». Per nove mesi non riesce a festeggiare il ventennio a Palazzo Marino, ci era entrato nel giugno 1993 a 20 anni. Ma domani Matteo Salvini, capogruppo della Lega, si dimetterà dal consiglio comunale («porterò lo spumante e lo pago io, visti i tempi meglio precisare»). Lo aveva annunciato a giugno dopo l'elezione a segretario regionale del Carroccio. «Mi spiace un sacco. Ma sarà solo un arrivederci», ha scritto ieri su Twitter e Facebook.
Una promessa o una minaccia?
«Un avvertimento a Pisapia. Lascio il posto a un leghista che possa fare il consigliere tutti i giorni 24 ore su 24, questa giunta si sta squagliando come neve al sole bisogna stargli addosso. E sarò in Lombardia e al Parlamento Ue, ma dedicherò sempre tre giorni a settimana a Milano. Avrò più tempo per tornare nei quartieri popolari».
Sembrava un arrivederci alle prossime elezioni...
«Mi chiedono in continuazione se voglio candidarmi alle regionali, alle politiche. Il mio sogno, se potessi scegliere, sarebbe diventare sindaco di Milano. Prima, presidente del Milan ovviamente».
In vent'anni ha visto passare quattro sindaci. Una battuta per ciascuno: Formentini?
«Ho un bellissimo ricordo, abbiamo costruito tanto, poi c'era l'emozione di entrare in Comune a vent'anni».
Dieci anni con Albertini?
«Nel primo mandato ero all'opposizione. Era la squadra più preparata, con assessori come Lupi, Del Debbio, Scalpelli. Il secondo Albertini ha fatto cose che non ho condiviso, come svendere pezzi della città».
Letizia Moratti?
«Dopo un anno e mezzo di Pisapia, sto rivalutando l'esperienza. Seppure tra mille difficoltà, anche nel ruolo di presidente della Commissione Sicurezza. E la giunta non era di livello eccelso».
Giuliano Pisapia?
«Sembrava che dovesse conquistare il mondo, è una brava persona ma con una squadra sgangherata, le liti di questi giorni su Sea lo hanno messo alla luce del sole: un capogruppo esce dall'aula, uno non si presenta, uno vota contro. E due-tre assessori che pensano alle primarie invece che a governare la città. Pisapia è un buon politico, ma un conto è lanciare battaglie ideologiche su adozioni gay, biotestamento, un altro amministrare la città: aprire asili, coprire le buche, liberarci dei lavavetri».
Il caso Sea ha manifestato anche le beghe in casa Pdl, come li vede?
«Mi sembrano prossimi al rompete le righe. A livello lombardo vedo grande confusione e troppe facce: se da segretario vado a Varese, Bergamo, Como non so con chi devo parlare».
A chi cede il posto di capogruppo?
«Quello di consigliere a Igor Iezzi, primo dei non eletti, 36 anni. Una squadra under 40 prova che c'è stato un bel ricambio. Il capogruppo lo deciderà il gruppo. Alessandro Morelli è stato assessore nella giunta Moratti, ha già un'esperienza forte».
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