Copland, gigante del Novecento

I non frequentatori della musica contemporanea lo hanno sicuramente incrociato in una versione rock: si ricordi l'arrangiamento fatto dagli Emerson, Lake & Palmer del suo pezzo Fanfare for the Common man (1942). Quanti invece amano la musica moderna del Novecento Aaron Copland (1900-1990) lo avranno scoperto attraverso i suoi numerosi lavori. Chi, sotto l'ombrellone o meno, ora volesse approfondire questo autore oltreoceano - che ha percorso quasi interamente un secolo travagliato e ricco di cambiamenti - può ricorrere al libro Aaron Copland, pioniere della musica americana (Zecchini Editore). L'opera ripercorre la lunga e straordinaria vita dell'autore statunitense. La sua influenza sui musicisti a lui successivi è indiscutibile. E con la sua attività di direttore d'orchestra, di studioso e saggista e ovviamente di compositore ha contribuito alla promozione e alla diffusione della produzione a stelle e strisce del periodo in cui ha vissuto. E ancora.

Nato a New York ma allievo a Parigi della famosa Nadia Boulanger, dal punto di vista del linguaggio creò un proprio stile compositivo che risentiva di varie influenze: la musica classica, la musica contemporanea, il jazz e anche una notevole componente folkloristica americana.

Produzione molto variegata la sua, dai concerti ai balletti, dalla musica da camera alle colonne sonore. Un modo di vivere e creare a 360°, una personalità che potrebbe far scuola anche a certi contemporanei, a volte troppo chiusi in linguaggi, oppure barricati nello spazio delle loro convinzioni.

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