«Così picchiavano i pazienti a Natale»

La testimonianza della famiglia di un'80enne maltrattata a Villa Clara

Cristina Bassi

Quando i parenti della signora Maria hanno visto i filmati, si sono ritrovati in un incubo. Lo stesso che agita chiunque abbia affidato un familiare anziano o bisognoso di assistenza a una casa di cura. Solo che nel loro caso l'incubo era diventato reale: insulti, botte, minacce, umiliazioni all'80enne indifesa e con un deficit cognitivo totale. Nell'istituto Villa Clara di Vaprio d'Adda, nell'hinterland di Milano, succedeva regolarmente. Persino il giorno di Natale.

«Se si vedono le immagini girate dalla polizia - spiega l'avvocato di parte civile Andrea Pezzotta -, si capisce perché la famiglia dell'anziana ricoverata non poteva non muoversi in sede legale». Il racconto delle sofferenze subite dai pazienti di Villa Clara è stato fatto in aula al processo a carico di alcuni dei presunti responsabili in corso davanti alla Nona sezione del Tribunale. Il pm Luca Gaglio ha chiesto condanne fino a un anno e otto mesi per i dieci imputati accusati di maltrattamenti e abbandono di incapace. La pena più pesante è stata chiesta per Clara Patti, amministratrice di fatto della struttura, e per Aurelia Culin, badante. Chiesto un anno per Giorgia Barbera, amministratrice unica, e un anno e sei mesi per Esterina Resinelli, assistente. Alla sbarra ci sono altri assistenti, infermieri, una segretaria e un medico. Per alcuni imputati il pm ha chiesto le attenuanti generiche, viste le condizioni in cui lavoravano e la cattiva gestione della casa di riposo. Le operatrici di origine ucraina Rosa Murgo e Lilia Guyda invece hanno già patteggiato le condanne. Nei video girati con telecamere nascoste si vedono schiaffi, pugni in testa, calci, minacce e percosse con oggetti come la paletta per pulire le feci, il manico di una scopa, il pappagallo per le urine. Si sentono gli insulti e le urla degli anziani. Gli operatori infieriscono sui pazienti spesso costretti a letto, uno di loro punisce l'infermo rovesciandogli addosso le urine da un contenitore. Non solo. Negli atti si legge di ospiti chiusi in bagno per ore oppure costretti ad aspettare ore prima di essere accompagnati alla toilette, somministrazione di farmaci scaduti, pazienti lasciati senza cena o terrorizzati con frasi come «ti faccio volare giù dalle scale». Spesso venivano fatti alzare alle 4.30 del mattino, così il collega del turno successivo poteva metterli a letto prima la sera.

Le persone offese sono 14. Gli eredi della signora Maria, morta poche settimane dopo i fatti documentati, sono però gli unici a essersi costituiti parte civile. L'avvocato Pezzotta ha chiesto un risarcimento, lasciando al giudice il compito di quantificarne il danno. Nei due processi paralleli la famiglia ha finora ottenuto poco più di 20mila euro. «Colpisce - conclude il legale - come i maltrattamenti avvenissero alla luce del sole e in modo plateale. Davanti ad altri operatori e altri pazienti, che non facevano nulla per complicità o per paura.

Questo dimostra che era un comportamento abituale, per quanto riguarda il nostro caso ben otto episodi in un mese». Ma l'80enne è rimasta a Villa Clara per due anni, pagando una retta di 2.500 euro mensili. Le difese parleranno il 10 ottobre.

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