Se tutti i sindaci dell'hinterland lasciano Milano isolata nella sua ostinazione ambientalista. Se gli altri enti - Provincia e Regione - stanno a guardare Giuliano Pisapia che si fa del male a insistere. E se persino la sinistra radical chic, da Fabio Fazio ad Andrè Ruth Shammah a Philippe Daverio, gli fanno capire che è «una solenne stupidaggine» e un disagio per tutti imporre tante «Domenicheaspasso», che col maltempo diventano una domenica tappati in casa, forse è il caso che il sindaco si interroghi. Anche in giunta c'è chi sta vivendo con imbarazzo i blocchi auto a tutti i costi.
Ci sono settori per cui purtroppo essere pro o contro le domeniche ambientali non è una questione filosofica, ma di bilancio. «Contro lo smog - fa presente Alfredo Zini, rappresentante di Epam (l'associazione dei pubblici esercizi milanesi che aderisce a Confcommercio) - il blocco non ha comunque effetto. C'è da augurarsi che funzionino almeno tutti i servizi di trasporto, per avere meno disagi possibili e consentire alla gente di raggiungere il centro e le periferie e non danneggiare ulteriormente i consumi. Se ci fosse pure il maltempo, sarebbe un'ulteriore danno perchè la gente non potendosi spostare con l'auto si chiuderà in casa».
Una preoccupazione condivisa dall'assessore provinciale all'Ambiente Cristina Stancari: «É un provvedimento assolutamente inutile e dannoso non solo per i disagi che crea ai cittadini ma per i commercianti in un momento già difficile per il settore». Peraltro «rischia di creare confusione nei cittadini, ci sono blocchi o limitazioni del traffico che imponiamo a livello allargato quando c'è una reale emergenza smog. In questo caso il Pm10 è sotto soglia da tempo».
Errare è umano, perseverare nel blocco del traffico nelle domeniche piovose è diabolico - il consigliere Pdl Fabrizio De Pasquale commenta con una battuta l'insistenza del sindaco sul provvedimento -. Non si riduce lo smog ma si limita la libertà di tanti milanesi. Pisapia vuole educare tutti in maniera forzosa a usare bici e mezzi pubblici, ma noi lo invitiamo a usare buon senso».
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