Daspo ai genitori: sono la rovina sportiva dei figli

L'assessore allo Sport: «Si comportano da bulli. Sono un esempio negativo e vanno rieducati»

«Spaccagli le gambe...» Quante volte allo stadio. Quante volte dagli spalti arriva l'invito ad andare per le spicce. E c'è di peggio, frutto di una cultura sportiva che latita, anzi che non c'è proprio. Ma se l'invito a spaccare le gambe all'avversario arriva quando in campo non ci sono i grandi ma i ragazzini e a gridarlo è un genitore allora la storia è completamente diversa.

Mesi fa era successo su un campetto della Provincia Torinese nella sfida tra gli esordienti del Venaus e del Lascaris. Ad un papà sugli spalti si era «chiusa la vena» e giustamente la partita era finita lì. Un allenatore aveva deciso che non era quello il clima dove far giocare i suoi ragazzini e aveva ritirato la squadra. Fine. Il calcio per fortuna è anche questo. Ma non capita sempre. Capita sempre più spesso invece che lo spettacolo che danno sugli spalti i genitori dei ragazzi non siano dei più edificanti. Ed allora la Regione scende in campo con una proposta che sarebbe bello trovasse seguito: «Servono provvedimenti seri contro i genitori violenti e aggressivi, senza escludere la possibilità del Daspo- spiega Martina Cambiaghi, assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia- In caso di intemperanze verbali, basta anche un solo insulto, una parolaccia, deve scattare l'espulsione dei genitori, l'allontanamento di tutto il pubblico presente. A questo poi aggiungerei anche un momento di rieducazione, non per i ragazzi ma per i genitori. Prima di poter mettere piede su una tribuna dovrebbero seguire corsi di fair play tenuti dalle associazioni sportive».

L'appello arriva dopo l'ennesimo episodio di violenza sulle tribune da parte di un gruppo di genitori che domenica erano spettatori della partita di calcio di un torneo estivo a Varedo.

«Una rissa che segue un episodio simile a Nova Milanese - prosegue Cambiaghi - e questi sono solo gli ultimi due incidenti di una lunga serie. Da Assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia è veramente difficile leggere così frequentemente sui giornali di violenze da parte dei genitori durante le partire dei figli. Insulti, cori e in alcune occasioni si è degenerato arrivando ad alzare le mani: scene vergognose che non devono mai accadere».

«Questi episodi messi in atto da persone adulte devono essere chiamati con il loro nome e non possono essere altro che definiti veri e propri atti di bullismo- continua l'assessore- Un bambino impara dai propri genitori a comportarsi: i primi ad insegnare a un ragazzo ad essere bullo sono i suoi genitori,

perché sempre più spesso se mamma e papà sono problematici anche i figli lo saranno di conseguenza. Dovrebbero essere un esempio e invece nella realtà si trasformano sempre più spesso, nella rovinà sportiva dei ragazzi»

ARuz

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