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"Decreto dignità? Aumenta il turnover"

La protesta di Forza Italia, Pd e sindacati sugli effetti nelle società comunali

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«Il Decreto Dignità varato dal governo ha introdotto nuovi termini restrittivi per il rinnovo a tempo determinato. Di fronte a queste difficoltà si devono comunque dare garanzie occupazionali ai lavoratori delle aziende partecipate del Comune». Il segretario della Cisl Milano Metropoli Eros Lanzoni ha manifestato l'allarme del sindacato sul possibile aumento del turn over nelle società del Comune per effetto del Decreto Dignità, che riduce da 36 a 24 mesi il tetto massimo per i rinnovi. Durante la Commissione convocata ieri a Palazzo Marino per sentire anche le direzioni del personale di Amsa, Sea e Milano Ristorazione, Lanzoni ha elencato le «tre modalità su cui intervenire per tutelare i precari con rinnovi a rischio: assumerli i direttamente a tempo indeterminato, farli assumere dalle agenzie di somministrazione, richiamandoli poi al lavoro o stringere un accordo in deroga per le peculiarità locali. Ci aspettiamo che il Comune intervenga presto».

Milano Ristorazione puntualizza di aver ripreso ad assumere a tempo indeterminato a partire da febbraio, gli effetti del Decreto riguardano soprattutto le scodellatrici che vengono arruolate con contratti di somministrazione attraverso le cooperative. Anche Airport Handling (che ha solo il 30% delle quote in capo al Comune) ha circa 400 contratti tramite cooperative e il presidente della Società di controllo sulle partecipate Fabrizio De Pasquale (Forza Italia) prevede che «chi ha superato i 12 mesi difficilmente sarà rinnovato alla scadenza, si sceglieranno nuove figure. Stessa situazione per Amsa». Il direttore del personale dell'azienda rifiuti Volpe fa presente che il 91% del personale è assunto a tempo indeterminato e vengono inserite circa 50 persone all'anno». Ammette però che nei prossimi mesi nel caso di precari che avranno già maturato 12 mesi «saremo costretti a cambiarli». Il consigliere di Fi Pietro Tatarella boccia il decreto Lega-M5S: «I lavoratori che ad oggi erano inseriti in un percorso di rinnovo automatico fino a 36 mesi, dopo 12 rimangono a casa». Anche il capogruppo Pd Filippo Barberis contesta: «Lo sbandierato obiettivo di una maggiore stabilizzazione rende più precaria la vita dei lavoratori. A parità di livelli occupazionali ci troveremo di fronte ad una maggiore turnazione».

Per il consigliere di Milano Popolare Matteo Forte a questo punto «il vonsiglio comunale può e deve dare un indirizzo alle nostre aziende partecipate non tanto per aggirare la normativa, quanto per garantire continuità lavorativa, a chi è occupato e rischia di interrompere il suo percorso professionale, e garantire una sempre maggiore occupabilità della persona, magari certificandone le competenze acquisite sul posto».

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