Il destino di Abelli e Zaffra si decide domani ad ArcorePer mettere pace tra Lega e Pdl ora scende in campo Berlusconi

Il destino di Abelli e Zaffra si decide domani ad ArcorePer mettere pace tra Lega e Pdl  ora scende in campo Berlusconi

Toccherà ancora una volta a Silvio Berlusconi il compito di risolvere la più cruenta crisi tra Pdl e Lega dall'inizio della legislatura in Regione. Ma soprattutto la spaccatura tra l'anima ciellina del partito e quella laica che si sonno affrontate nella difficile trattativa per designare i vertici delle società partecipate. Guerra sulla presidenza di Ersaf, l'ente che si occupa di agricoltura e foreste a cui era destinato l'ex deputato pidiellino Giancarlo Abelli e che è invece stata «congelata». Ma anche sull'ex presidente di Aler Loris Zaffra che per l'Arpa è stato bruciato da Bruno Simini. Con i consiglieri del Pdl che non hanno gradito i veti posti dal governatore Roberto Maroni su alcuni nomi. «Voglio persone che rappresentino il futuro - aveva detto a nome della Lega - Con tutto il rispetto per la storia dei singoli, sul nome di Abelli c'è solo una differenza di opinione. Ma su tutti gli altri è andata benissimo». Parole a cui i pasdaran ciellini hanno replicato promettendo battaglia in aula. E a cui ieri ha risposto lo stesso Abelli, pur mantenendo i toni della diplomazia. «Non vedo motivi - le sue parole - per cui Maroni debba promuovere una causa contra personam. A questo punto il problema sta tutto nella dignità del Pdl». Perché è proprio sul diritto del partito a decidere le proprie candidature che i consiglieri pidiellini vogliono spingere il vice governatore Mario Mantovani a imporre la linea dura a Maroni. Un braccio di ferro che dovrebbe servire anche a definire i rapporti di forza per il futuro.
E così già domani ci sarà un incontro ad Arcore per decidere la via da proporre al gruppo pdl convocato lunedì in Regione. Secondo alcuni il via libera di Berlusconi e la bella figura fatta da Maroni di fronte ai suoi potrebbe rapidamente scongelare la nomina ad Ersaf di Abelli, di cui un fedelissimo ricorda non essere stato «raggiunto da nemmeno un avviso di garanzia, nonostante sia stato per anni il plenipotenziario della sanità in Lombardia».

E sempre nel Pdl c'è chi ricorda la nomina alla presidenza del comitato di gestione di Infrastrutture lombarde di Paolo Besozzi, il braccio destro di Maroni che potrebbe aspirare al vertice di Cal, la società mista tra Regione e Anas per le concessioni autostradali o della stessa Infrastrutture lombarde al posto del ciellino Antonio Rognoni. Come a dire, ognuno guardi in casa sua.

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