"Dice sì al velo islamico e no al Natale cristiano? Non è la nostra Europa"

La promotrice dell'evento sulla transizione, l'europarlamentare Isabella Tovaglieri (Lega): "L'approccio ideologico rischia di far danni"

"Dice sì al velo islamico e no al Natale cristiano? Non è la nostra Europa"

«Un'Europa che promuove il velo islamico e vieta di augurare Buon Natale, non è la nostra Europa». Lombarda di Busto Arsizio, dove è stata vicesindaco, oggi parlamentare europeo della Lega, Isabella Tovaglieri ha promosso «Next Generation You, il ruolo dei giovani e dell'Europa per la ripartenza», evento cui hanno partecipato Matteo Salvini e 300 giovani, leghisti e non solo, riuniti per parlare di Pnrr e transizione energetica, ma anche di agroalimentare e di identità.

Onorevole Tovaglieri, il tema della transizione energica è centrale, e si parla del pericolo inflazione.

«Ne abbiamo parlato anche col ministro Giorgetti, e la Lega si sta impegnando sul caro-bollette. Noi siamo tutti d'accordo sulla transizione ambientale, quello che contestiamo è l'approccio ideologico. L'entusiasmo che c'era intorno al New green deal sta scemando, molti stanno mettendo in dubbio le proposte della Commissione Ue sulla neutralità climatica».

Le imprese lombarde che ne pensano?

«Io non vedo imprese contrarie al tema dell'ambiente o della transizione, anzi molte sono innovative, ma criticano l'approccio. In Lombardia abbiamo un manufatturiero importante, se non governiamo il tema dell'ambiente e dell'energia con realismo le facciamo uscire dal mercato e ci consegniamo a Paesi esteri. Vale anche per la plastic tax, rinviata ancora e speriamo per sempre archiviata. La commissione europea ha posto ambizioni così ambiziosi da risultare irrealizzabili».

La Lega oggi come vede l'Europa?

«Il nostro obiettivo, come si è visto con l'evento di ieri, è disegnare l'Europa delle nuove generazioni. In Europa tutti sanno che ci vuole un cambio di passo, l'Ue è debole, spesso impreparata, vaso di coccio fra i vasi di ferro, eppure quando è il momento di tirare fuori la voce tutto si trasforma in un festival dell'ipocrisia. La nostra critica è costruttiva. Posto che siamo tutti d'accordo nel constatare che l'Europa si è indebolita, qualcosa non va».

Debolezza e ipocrisia sul fronte anche della cultura. L'Europa promuove il velo per esempio insieme a gruppi dell'islam politico.

«Quello spot del Consiglio europeo è emblematico. Lo slogan mi è parso aberrante, il simbolo per eccellenza della sottomissione femminile, il velo, in quello che dovrebbe essere il tempio dei diritti, l'Europa, diventa simbolo di libertà. Ci sono veli liberi, sì, ma inneggiare al velo mortifica le donne, soprattutto quelle che fuggono da Paesi in cui vige l'integralismo, e fuggono in Occidente pensandolo come baluardo delle libertà. Ma gli esempi del genere sono moltissimi. E le mutilazioni genitali femminili in Europa sono una piaga. In Germania un numero enorme».

E intanto si consiglia di non augurare buon Natale.

«Sì, ci si dedica a sciocchezze come quelle linee-guida. Continuiamo ad annacquare la nostra cultura, pensando che rivendicarla sia mancanza di rispetto per gli altri. Rinunciamo al Natale e promuoviamo l'hijab come simbolo di libertà. È un bel paradosso».

La sinistra stacca le targhette al maschile, e poi condivide progetti che vedono fra i partner gruppi vicini ai Fratelli musulmani.

«Va bene che le battaglie si combattono anche da piccoli gesti, ma quando sono solo piccoli, tipo storpiare nomi, è assurdo.

Io mi batto per le donne ma non ho avuto mai problemi a farmi chiamare assessore. Altre si focalizzano sulle desinenze e trascurano problemi macroscopici, gettano la polvere sotto il tappeto, depotenziano le battaglie vere che vano fatte seriamente, concretamente».

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