Telecamere spente e mezzi pubblici in deposito. Domani è il venerdì nero per i trasporti. Dai tram ai treni domani quello che è assicurato sono i disagi. L'ultimo sciopero ha raccolto oltre il 90 per cento di adesioni. E tutto lascia supporre che domani non sarà diverso. I sindacati che hanno proclamato 24 ore di sciopero nazionale del trasporto pubblico locale, si sono impegnati a rispettare le fasce di garanzia. Per limitare le difficoltà domani il pedaggio Area C per l'ingresso in centro sarà sospeso tutta la giornata. Resta attivo invece il divieto di accesso e circolazione all'interno della Ztl Cerchia dei Bastioni per i veicoli di lunghezza superiore a 7,5 metri. A Milano bus, tram e metro circoleranno soltanto dall'inizio del servizio fino alle 8.45 e dalle 15 alle 18. Disagi previsti anche per la circolazione dei treni ma solo quelli che viaggiano sulla rete di Ferrovienord. Ovvero il Malpensa express e il Passante, ma anche il Malpensa-Bellinzona, i treni che viaggiano sulla Milano-Seveso-Asso, Milano-Como lago, Milano-Varese-LavenoMombello, Milano-Novara, Brescia-Iseo-Edolo. Su queste linee i treni saranno garantiti negli orari di punta al mattino e alla sera, ovvero dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. Ma l'azienda avverte che possibili ritardi e cancellazioni potranno verificarsi anche alla ripresa del servizio. L'elenco dei treni si può scaricare sul sito www.trenord.it. Per il Malpensa express in partenza dalla Stazione di Milano Cadorna durante gli orari dello sciopero saranno istituiti autobus sostitutivi da via Paleocapa con partenza negli stessi orari dei treni. Mentre il servizio sostitutivo previsto da e per Milano Centrale partirà invece da piazza Freud (davanti alla stazione di Porta Garibaldi). La partenza è prevista in questo caso ogni ora dalle 9 alle 17. «Sarà un'adesione massiccia», prevede Enore Facchini, responsabile dei Trasporti per la Uil lombarda. Lo scorso sciopero il 14 dicembre scorso contò oltre il 90 per cento di ferrotranviari con le braccia incrociate. «C'è troppo malcontento», spiega. Dunque c'è da credere che i disagi ci saranno eccome. Alla base c'è il rinnovo del contratto, fermo al 2008 che riguarda 100mila persone. «Tutti i tentativi di mediazione sono falliti per il momento - spiega - il governo in uscita non vuole prendersi impegni, il prossimo chissà quando potrà prenderne... Si rischia di andare avanti così per altri sei mesi e di finire nel dimenticatoio. Il livello di attenzione non può calare». A Milano e provincia i ferrotranvieri sono circa 12mila, tra i 18 e i 20mila in tutta la Lombardia. Quello che chiedono, in concreto, è che la busta paga si rimpingui.
Di quanto? «Diciamo che ci si acconterebbe di 150 euro in tre anni - prosegue Facchini - sanando così il divario con i ferrovieri che invece a giugno hanno ottenuto il rinnovo del loro contratto». Non solo. Il rischio secondo Facchini è anche che «in assenza di disponibilità economica vengano tagliati drasticamente le corse meno utilizzate. Ora resistono perché rappresentano un servizio. Ma fino a quando?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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