E anche la Città metropolitana ora nasce in un clima di intesa

È stata alta per tutto il giorno, a Palazzo Isimbardi, l'affluenza di sindaci e consiglieri dei 133 Comuni della (ex) provincia, chiamati a votare per scegliere i 24 componenti del Consiglio della città metropolitana, l'ente che nasce oggi e che nel giro di tre mesi subentrerà a tutti gli effetti alla Provincia in via di smantellamento. La scelta dei consiglieri è stata riservata, da una riforma molto discussa, agli amministratori locali (in questo caso 133 sindaci e 1.924 consiglieri). E lo spoglio delle schede inizierà oggi ma una cosa è certa: per legge il sindaco metropolitano sarà il sindaco del capoluogo. «Abbiamo parlato spesso della riforma Delrio - spiega Bruno Dapei, responsabile Città metropolitana per Forza Italia - e oggi dico: ma che cosa costava aggiungere una scheda in più e far scegliere almeno al territorio il sindaco metropolitano? Oggi è ancora più evidente che è una scelta imperdonabile, avremo un ente che governerà su 3 milioni di abitanti e un milione e mezzo di loro non lo avrà scelto. Vorrei capire con quale legittimità e forza Giuliano Pisapia potrà andare a discutere delle scelte del territorio con i cittadini di Trezzano sul Naviglio o di Sesto, che non lo hanno scelto». La città metropolitana nasce zoppicando. Basti pensare che anche Pisapia ieri ha avvertito: «C'è il rischio» che non cambi nulla rispetto al precedente sistema delle Province, «se non ci saranno i fondi necessari per lo sviluppo della Città metropolitana e soprattutto una chiarezza sulle competenze».

Anche per consolidare il nuovo ente in mezzo a queste difficoltà, anche a Milano, nel corso dell'estate, si era parlato della possibilità di un listone costituente che comprendesse tutti. L'ipotesi poi non si è concretizzata ma ora il clima di collaborazione potrebbe riemergere nel Consiglio metropolitano e tradursi in un rapporto di collaborazione fra il Pd - che parte con un gran numero di voti e dovrebbe avere la maggioranza - e l'opposizione, che potrebbe avere se non il vicesindaco metropolitano, almeno qualche delega importante (la città metropolitana non avrà una giunta vera e propria). Lo ammette cautamente anche il Pd, che con il segretario, Pietro Bussolati, si conferma orientato al dialogo, peraltro in corso anche in Comune: «Siamo in una fase costituente e ragioneremo sull'assetto.

Vedremo risultati e seggi ma la nostra intenzione è di non escludere l'opposizione». Insomma i partiti non ne hanno ancora discusso ma a Forza Italia, se volesse, potrebbe essere riservato un ruolo anche amministrativo importante.

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