Ecco la banda dei «topi» Dieci furti al giorno in ville e appartamenti

Ecco la banda dei «topi» Dieci furti al giorno in ville e appartamenti

Erano abili, velocissimi, temerari, saltavano come scimmie da un balcone all'altro a 10/15 metri d'altezza, ma alla fine hanno commesso il più banale degli errori: hanno lasciato in una casa svaligiata un loro telefono cellulare. Da questo, gli investigatori del distretto Greco Turro sono risaliti a due «batterie» di topi d'appartamento, quasi tutti cileni, coordinati da una donna di 61 anni.
Un'indagine lampo iniziata l'11 ottobre quando un signore abitante in via Bontempelli si è presentato in commissariato con un telefono cellulare, trovato nella sua casa appena razziata. Gli uomini del dirigente Massimo Cataldi si sono messi al lavoro, verificando numeri e foto contenuti nella memorie. Indizi importanti ma non sufficienti perché mancavano i nomi, in quanto i banditi usavano nomignoli. Mettendo sotto controllo una serie di utenze alla fine è stato possibile rintracciare il bandolo della matassa. Anzi tre, come i «covi», che i banditi usavano per preparare le loro scorribande e nascondere la refurtiva, in viale Monza, in via Suzzani e via Arezzo. Da qui l'individuazione della «capo banda», un Yolanda Teodora Cueva, peruviana con nazionalità italia. Gl agenti hanno poi individuato il resto della banda: nove cileni, due peruviani, un ecuadoriano e un bulgaro, il ricettatore della banda, tra i 18 e i 34 anni. Un gruppo estremamente difficile da inquadrare perché i malviventi cambiavano schede del cellulare ogni settimana con cui parlavano pochissimo. Esperti e infaticabili, uscivano «a caccia» nel primo pomeriggio per rientrare solo a sera, dopo aver visitato anche una decina di appartamenti, privilegiandola città dal lunedì al venerdì, mentre nel fine settimana, quando dall'hinteland in molti vengono a passare qualche ora in centro, si spostavano in provincia.
Il 13 dicembre è scatta la trappola. Individuata una batteria, l'hanno seguita nel suo girovagare tra Carate Brianza e Besana, monitorandola anche con i gps applicati alla vettura. La sera sono scattate le manette. Operazione tutt'altro che facile. Quando è stata bloccata la macchina, i sudamericani sono balzati giù correndo a perdifiato costringendo gli agenti a un'estenuante rincorsa. E alla fine uno è pure momentaneamente riuscito a fuggire, è stato poi acciuffato in un bar. Non meno problematici gli arresti eseguiti in viale Monza.

Perché quando uno dei ricercati ha sentito il classico «Aprite polizia» non ha esitato, nonostante fossimo al quinto piano, a scavalcare il poggiolo, saltare in quello al piano inferiore e così via fino ad atterrare a terra. Alla fine i poliziotti hanno recuperato 20mila euro e refurtiva da riempire 25 pagine di relazione. Tutti oggetti ora a disposizione delle vittime per la restituzione.

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