«Expo per Milano è l'uscita dal tunnel»

Si parla di cibo e anche di migranti, perché le due cose sono talmente intrecciate da essere inestricabili, soprattutto all'Expo, nel national day del Vaticano. E da San Pietro arrivano le parole del Papa: «Lavoriamo per armonizzare le differenze e uniamo gli sforzi: così non leggeremo più che la sicurezza alimentare per il Nord significa eliminare grassi e favorire il movimento e per il Sud procurarsi almeno un pasto al giorno...».

Qui a Milano, all'Expo, a parlare sono l'arcivescovo, Angelo Scola, il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, il cardinale Gianfranco Ravasi, commissario del padiglione della Santa Sede, e Angelo Becciu, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. «Credo che il nostro popolo sia capace di integrazione» dice Scola ma non nasconde quel che non va: «Le difficoltà di fronte all'immigrazione sono un dato che mette seriamente alla prova, ma mediante politiche equilibrate dobbiamo saper accogliere queste persone nel modo dovuto». Guarda all'Europa e alle sue carenze: «Vediamo un grande affaticamento dell'Europa, che non è ancora una realtà politica, perché troppo incentrata sull'economia, e non è ancora un'Europa dei popoli».

Per il cardinale Scola Expo è per Milano «l'uscita dal tunnel», «un raggio di sole» sulla città. Le visite al Padiglione della Santa Sede, nonostante l'essenzialità, sono già state 135mila. E 32mila i passaggi all'edicola Caritas, che è il volto missionario, quello che ricorda come il cibo venga offerto dalla Chiesa a tanti uomini, tutti i giorni, in ogni Paese. «Chiederò al Papa a chi donare le offerte che riceviamo al Padiglione» dice il cardinale Ravasi. Molti visitatori lasciano un'offerta all'uscita dal padiglione, quando si ritrovano in mano il magnete con il volto di Papa Francesco e la scritta «Non di solo pane».

Il cardinale Bagnasco parla di «strutture di peccato», per ricordare le persone che muoiono di fame. «Il cibo non è un fatto privato ma tocca il rapporto dell'uomo con Dio e con altri – è il cuore dell'intervento del presidente dei vescovi italiani. Riflettere sull'accesso al cibo e all'acqua è un'occasione per ragionare sulle logiche del mercato, l'allocazione delle risorse e le disponibilità future». E monsignor Becciu ricorda che se oltre 2 miliardi di persone soffrono di malnutrizione, «le cause stanno nell'assenza di volontà nel condividere, nella speculazione finanziaria, nell'esclusione dai processi decisionali».

Per garantire cibo a tutti non basta «trasferire le migliori tecnologie alle aree più vulnerabili del pianeta», ma bisogna modificare le abitudini di consumo: «Occorre un più diretto ripensamento dei nostri stili di vita».

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