Anche se le notizie che riguardano la Chiesa e tutto il suo apparato sono solitamente durature nei secoli e rare al cambiamento, è fresca di ieri mattina la nomina di Philippe Daverio a Direttore Artistico del Grande Museo del Duomo. Chiaramente sarà «un incarico a tempo indeterminato», ammette lo stesso Daverio sollecitato a misurarsi con i tempi ecclesiastici: «si tratta di un lavoro complesso e molto stimolante». «Grazie alla figura di Daverio siamo pronti per l'Expo dice Angelo Caiola, Presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo . Già dopo i lavori il pubblico del Museo infatti è cresciuto fino a 6 milioni di visitatori, grazie a questa nomina siamo certi che il numero aumenterà ulteriormente». Lo scopo che Daverio si pone è quello di «comunicare, avvicinare, far capire il Duomo alla sua città e ai suoi visitatori». Passeggiando per il Museo e avvicinandosi ad ogni opera, è immediata in lui la relazione con le diverse epoche della storia dell'arte o del costume: «Alcune di queste statue assumono spesso delle pose fashon, da modelle. Sarà anche per questo che oggi Milano è la capitale della moda?». Daverio è pronto alla sfida: «Personalmente mi sento sempre sotto esame. Nel caso del Duomo credo che il mio sia un ruolo di coordinatore e di apripista: il mioo obbiettivo è che le persone tornino ad emozionarsi e siano invogliate a ritornare in questo museo». Un nuovo modo di concepire un Museo che finora è stato visto con una sorta di timore reverenziale: «I milanesi per primi devono essere fieri del Duomo di Milano, devono capirlo, esplorarlo. Quello di entrare a vedere le grandi raccolte più per senso del dovere che spinti da un reale desiderio di approfondimento è un problema comune a tutti i musei. Il segreto sta nel modo di concepire un museo oggi, che deve saper attirare». Daverio ha già in mente un piano per avvicinare le persone al Duomo di Milano e al suo Museo. «Intanto vorrei che le visite siano in grado di divertire mentalmente. Di produrre emozioni che si ricordano, ispirare al dialogo e la relazione». E quindi? «It's a long job e io sono appena arrivato dice - ma una delle prime cose che faremo, a partire dal 21 ottobre, sarà esporre qui nel Museo L'entrata nel Canal Grande della Basilica della Salute di Canaletto, così Venezia dialogherà con Milano». Per l'occasione sarà realizzato anche un video (da Francesco Patierno), come viaggio all'interno del quadro alla scoperta di dettagli altrimenti difficili da notare. Altre idee? «Vorrei organizzare un concorso di fotografia aperto a tutti: ognuno fotografa il Santo del Duomo che più l'ha colpito: scegli il tuo santo e fotografalo. Oppure organizzare delle gite alla Fabbrica del Duomo».
E il famoso progetto del ristorante sulle guglie? «Ecco, un vero e proprio ristorante magari no, ma certamente rendere più vivibili le guglie sì, e quindi posizionare bagni, la possibilità di bere dell'acqua o una bibita. Il dialogo con la sovrintendenza è un po' difficile, ma vedremo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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