Federcaccia alla ricerca di iscritti più giovani

Cacciatori alla ricerca di giovani. Sono tanti, troppi, i capelli grigi e bianchi tra gli iscritti alle associazioni venatorie. Il messaggio è stato ripetuto più di una volta all'assemblea della Federazione italiana della caccia tenutasi ieri allo spazio Oberdan. Senza contare che, in generale, da anni ormai i tesserati sono sempre meno: «Dal 1983 al 2012 abbiamo perso 245mila soci – sottolinea Gianluca Dall'Olio, presidente nazionale (nella foto)– e abbiamo anche meno forza nei confronti della politica: in Italia ci sono meno di settecentomila cacciatori regolari, mentre in Francia sono 1,3 milioni». Ma le differenze con l'estero sono tante, a partire dall'esistenza di un'unica organizzazione rappresentativa a livello nazionale. E la questione burocrazia non è da meno secondo Rodolfo Grassi, presidente del Consiglio provinciale di Milano: «La Lombardia è divisa in decine di zone e per accedere a ciascuna bisogna pagare una tassa, per cacciare in tutta la regione qualora fosse possibile bisognerebbe versare 6 mila euro. Noi – ha concluso – chiediamo di ripensare la geografia della caccia suddividendo la superficie regionale per il numero di soci». E questa è solo una delle richieste elencate da Grassi: dieci giorni da utilizzare in tutta la Lombardia per tutti i cacciatori, limitare il pagamento delle tre tasse, riduzioni per gli over 65 e per i giovani, libero accesso ai parchi per chi pratica la cinofilia senza fucile. Richieste, ma anche disponibilità a lavorare per il territorio in cui ci si dedica poi all'attività venatoria: «Vogliamo essere ancor più il sindacato del territorio – ha detto Grassi – perché i cacciatori hanno bisogno di selvaggina, ma la natura e non solo ha bisogno dei cacciatori». Una predisposizione ben accetta anche dalle istituzioni, visto che Luca Agnelli, assessore a Caccia e Pesca della Provincia di Milano, ha ricordato che «non basta pagare la tassa e pensare che sia esaurito il proprio contributo».

Anche sulle operazioni di riordino delle strutture burocratiche bisogna essere più aperti come ha rimarcato il suo omologo brianzolo Andrea Monti: «Dalle nostre parti avevamo il problema che non si volevano far arrivare troppe persone fuori dall'ambito, mentre oggi rappresentano circa un terzo e contribuiscono a sostenere la categoria». Durante l'assemblea consegnati riconoscimenti a alcuni giornalisti. Tra questi il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, Giovanni Negri, Aurora Lussana, Paolo Rastelli, Michele Cennamo.

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