Flop del bando Expo E sui terreni del 2015 rispunta l'idea stadio

Nessuno disposto a pagare 315 milioni per le aree di Rho Ma una divisione in lotti aprirebbe al progetto del Milan

Il fatto che il bando per la cessione del milione di metri quadri dei terreni Expo di Rho-Pero dsia andata deserta, riapre l'ipotesi di costruirci il nuovo stadio per sostituire san Siro. Un progetto sotto il quale c'è già la firma dell'amministratore delegato del Milan Barbara Berlusconi e che potrebbe coinvolgere anche l'Inter di Eric Thohir, ma bloccato dalla decisione di mettere a gara l'intera area e non una divisione in lotti che sarebbe stata ben più potabile. Evidentemente troppi, infatti, i 315,4 milioni di euro necessari per il solo acquisto dello spazio, ma su questo il Comune era stato irremovibile, nonostante gli sforzi del governatore Roberto Maroni di convincere il sindaco e soprattutto il vice sindaco Ada Lucia De Cesaris. E così Regione e Comune i due soci di maggioranza (34,67 per cento) di Arexpo, la società che ha acquistato i terreni e ora ha il compito di ricollocarli, insieme a Fondazione Fiera (27,66 per cento), Provincia di Milano e Comune di Rho rispettivamente con il 2 e l'1, hanno proceduto con la messa a gara in un'unica soluzione. Per di più con tutti i vincoli urbanistici, tra cui la destinazione di oltre la metà a un grande parco pubblico e la limitazione degli spazi costruiti. Prevedibili macigni, oltre al prezzo e alla congiuntura economica non certo favorevole alle edificazioni, sulla strada di un bando per cui nessuno ha presentato un'offerta. Sparito anche il Milan che, invece, a marzo aveva già presentato la manifestazione d'interesse per uno stadio della capienza massima di 60mila spettatori, da realizzare su un'area di 120mila metri quadrati. Già pronto il business plan analitico con il dettaglio di costi e ricavi e lo studio per tradurlo in un progetto ingegneristico. Nella previsione una spesa di 40-50 milioni di euro per il terreno, ben diversi dai 315 e rotti pretesi per l'intera area. E a nulla è valsa la possibilità di dar vita a una cordata per procedere successivamente alla divisione dei lotti, tanto che Barbara Berlusconi e i vertici rossoneri nel frattempo hanno già cominciato a elaborare un'ipotesi alternativa che prevede l'utilizzo degli spazi dei Padiglioni 1 e 2 di FieraMilanocity in viale Scarampo, proprio di fronte a Casa Milan. Un progetto complesso vista l'infrastrutturazione e la zona ad alta densità e per cui serve un progetto a basso impatto. «In quell'area - aveva spiegato un urbanista - uno stadio tradizionale è impensabile. Servono soluzioni importanti». Per questo il ritorno all'area Expo potrebbe risolvere molti problemi.

Da superare, però, c'è la preferenza mai nascosta dalla De Cesaris per un progetto destinato allo sviluppo tecnologico.

E non è un caso che il ministro pd Maurizio Martina dica che si dovrebbe «ragionare mantenendo salda l'attenzione sui contenuti» dell'esposizione e concentrandosi su «innovazione e ricerca». Niente a che vedere con quella città dello sport con palazzetto e piscina olimpica che Maroni vorrebbe intorno al nuovo stadio. Ora tocca ai soci riunirsi nell'assemblea già convocata dal cda Arexpo.

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