Hanno invaso (pacificamente) l’ufficio dell'amministratore delegato Christophe Deshayes per fargli personalmente le domande alle quali l'azienda continua a non rispondere da mesi, dal 13 gennaio scorso. A 10 mesi esatti dalla data del comunicato che ha aperto la crisi di Fnac Italia, una quarantina di dipendenti della sede centrale e dello store di via Torino ha bussato ieri alla porta dell'ad Christophe Deshayes avere quelle risposte che nessuno si è sentito in dovere di dare. E per sapere cosa ne sarà del loro futuro. “In una lettera di fine settembre l’Ad – spiegano in una nota - si era impegnato a dare notizie ai lavoratori all'inizio di novembre”. Di fronte al silenzio persistente, i dipendenti hanno deciso di salire fisicamente all'ultimo piano della sede di Fnac Italia per occupare pacificamente l'ufficio dell'AD in segno di protesta. Due giorni dopo, giovedì 15, la scena si è ripetuta con un gruppo di lavoratori ancora più numeroso. Ancora nessuna risposta. Il 16 novembre, le stesse domande sono state consegnate all'Amministratore Delegato in partenza per la Francia.
Questa azione «diretta» dei dipendenti, che annunciano di non volersi fermare qui, è arrivata dopo due mesi di protesta: dai sit-in organizzati nel mese di settembre in tutte le città in cui Fnac è presente, alla chiusura di tutti i negozi Fnac Italia con lo sciopero del 5 ottobre, allo sciopero del 6 novembre in Piazza Affari in occasione del convegno Pambianco 2012 con ospite d'onore François-Henri Pinault (Presidente del Gruppo PPR, che possiede Fnac), alla lettera inviata direttamente a François-Henri Pinault e ad Alexandre Bompard (Presidente di Fnac), alle continue e ripetute richieste di incontro con i vertici dell'azienda da parte di sindacati. Richieste regolarmente cadute nel vuoto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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