Formigoni saluta, non è l'addio «Resto in campo qui e a Roma»

«Volete sapere chi paga il vino?» scherza ma non troppo Roberto Formigoni al brindisi di Natale con la stampa, al trentanovesimo piano di Palazzo Lombardia. «È offerto dai produttori lombardi, come in passato lo è stato dagli allevatori e da tanti altri...» spiega il presidente della Regione finita sotto accusa per spese da giustificare e rimborsi da chiarire.
Formigoni conferma di voler andare in Parlamento ma al contempo assicura di non aver intenzione di mollare la campagna elettorale per la Lombardia. Tira una stoccata a Umberto Ambrosoli, il candidato del centrosinistra al suo debutto dopo l'investitura su Ballarò, dove è stato sfidato da una battagliera Laura Comi, europarlamentare Pdl. «La nostra rappresentante l'ha battuto due a zero» il giudizio di Formigoni.
Giornata mogia, animata da un battibecco al Pirellone, la sede del consiglio regionale, dove l'aula è stata convocata per l'ultima volta. Nicole Minetti si misura in un vero e proprio corpo a corpo con un giornalista. «Allora Nicole, tutte queste spese nelle spa e negli hotel, che impegni istituzionali erano?» chiede un cronista di Telelombardia, bloccandola all'uscita. «Mi hai toccato una tetta? Eh, oh dai! dai, eh!» protesta lei. Aggiunge: «Le spa le hai viste solo te...». E poi: «Toccami un'altra volta, poi ti tocco io e so' c...». Più tardi, al telefono, ricostruisce l'episodio: «Voleva farmi una domanda, io gli ho detto: no, no, no, poi mi ha ribeccato di sopra e mi ha toccato. Ma una palpata intenzionalmente no...».
Formigoni ironizza su una sua possibile futura ricandidatura a Palazzo Lombardia: «Questa è l'ultima volta che ho l'occasione di farvi gli auguri in veste di presidente della Regione. Ci diamo appuntamento tra cinque anni, magari anche prima». E il Parlamento? «Scioglierò questa mia riserva il giorno in cui le elezioni saranno indette. E mi guarderò in giro per trovare altri luoghi dove poter svolgere la mia azione. Mi voglio impegnare sia sul versante regionale sia su quello nazionale».
La seduta è iniziata con un'ora di ritardo. E non è detto che i consiglieri dimissionari non si riuniscano altre volte prima dell'insediamento del futuro consiglio regionale.

Roberto Formigoni entra nel dettaglio: «Il consiglio è in carica fino a quando non è sostituito dal consiglio successivo. Ci possono essere benissimo altri motivi di riconvocazione. La giunta continua a lavorare con le sue sedute settimanali e il consiglio può essere chiamato a riunirsi e deliberare in qualsiasi momento».

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