Fuori Tono

I l grande innovatore del jazz Paul Bley diceva che bisogna suonare quello che non c'è. Rosario Di Rosa, 41 anni, pianista di confine (sabato pomeriggio terrà un seminario sull'improvvisazione alla Scuola internazionale musicale di Milano) ha fatto anche di questa massima la sua bussola. E ora è arrivato a una svolta.

Dopo aver navigato nei mari della tradizione e nel minimalismo americano alla Steve Reich, sta per pubblicare «Composition And Reaction», primo lavoro di piano solo con elettronica. Virerebbe verso lidi della ricerca colta per lui nuovi, pur mantenendosi sui registri dell'ascoltabilità. Una serie di tracce che sono variazioni prima della matrice scritta («Composition n.26»), da cui sono scaturite mescolanze e combinazioni. I riferimenti di Di Rosa, già allievo di Salvatore Bonafede, sono diversi: parla di Thelonius Monk, snocciola Andrew Hill e Cecil Taylor, pensa all'ultimo Keith Jarrett, lontano da «The Köln Concert». Tutti nomi che hanno accompagnato la sua evoluzione, per farlo approdare in un porto per lui inimmaginabile; a partire dagli anni della formazione classica, quando studiava con la gloria milanese Leonardo Leonardi, che suonava col celebre flautista Severino Gazzelloni.

Ora, per chi vuole sapere di più sulle «improvvisazioni», il musicista siciliano terrà una

lezione adatta a tutti, per spiegare la sintassi, le costruzioni armoniche, ritmiche e melodiche. Interessante per quanti vogliono conoscere un pianista che intende il suo impegno come un lavoro di scavo, dentro se stessi.

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