Galleria, dieci concorrenti per due ristoranti

Oggi si aprono le buste per i locali occupati da «Gatto rosso» e «Salotto». Pendono 4 ricorsi

Chiara Campo

Dieci in corsa per due spazi della Galleria. Due sono certamente gli attuali inquilini, la «Locanda del Gatto rosso» e «il Salotto», che stanno cercando di difendere il posto anche con un doppio filone di ricorsi al Tar (prima udienza fissata il 9 marzo). I nomi - o i brand - degli altri otto che hanno presentato un'offerta al bando di affitto del Comune che si è chiuso ieri a mezzogiorno si conosceranno solo questa mattina, quando la commissione di gara si riunirà in seduta pubblica in via Larga per aprire i plichi presentati dai concorrenti. A quel punto si saprà anche dove è più puntato l'interesse dei privati, cioè a quale spazio era associata ogni singola busta.

É stata forse una delle gare più tormentate nella storia della Galleria, una querelle partita già sotto la giunta Pisapia. Il Comune a inizio 2016 aveva deciso di rinnovare senza gara la convenzione al ristorante «Savini», al «Salotto» e al «Gatto rosso», per salvaguardare le insegne storiche e il mix funzionale. Basilio Rizzo, allora presidente del consiglio comunale e oggi sui banchi dell'opposizione con la lista Milano in Comune, presentò un esposto all'Anac per contestare l'affidamento senza gara. Dal presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone arrivò un parere negativo, e non volendo iniziando un braccio di ferro a fine mandato, Pisapia decise di non rinnovare automaticamente i contratti e rinviare la palla alla nuova giunta. Il primo ricorso a Tar dei titolari ha portato risultati (per ora) solo al Savini: i giudici hanno riconosciuto che «trattandosi di un locale storico fondato nel 1867, che ha contribuito in modo rilevante a costruire l'identità culturale e il prestigio della Galleria» era possibile derogare dalla gara. Ha già rinnovato l'affitto per altri 12 anni. La nuova giunta Sala invece prima di lanciare il bando ha nuovamente consultato l'Anac, perchè i titolari degli spazi chiedevano almeno il diritto di prelazione a fronte degli investimenti sostenuti per la ristrutturazione dei locali. Niente da fare. Le uniche tutele previste nel bando sono la destinazione dei locali solo a bar e ristorazione assistita e su un totale di 100 punti per la graduatoria, 40 saranno assegnati in base all'offerta economica e 60 in base a quella tecnica, con parametri quali l'impegno del gestore ad assumere almeno il 50% del personale attualmente impiegato con contratto a tempo indeterminato e quello a tenere aperto fino a tardi la sera. Per lo spazio del «Salotto» (103 metri quadri) era prevista una base d'asta del canone annuale di 164.800 euro, per quello del «Gatto rosso» (201 mq) di 289.440 euro. L'esito, era scritto anche nel bando, dovrà tener conto della decisione del Tar sui ricorsi presentati dagli attuali occupanti. A due contenziosi già aperti, passati ora al Consiglio di Stato, se ne sono aggiunti altri due presentati da entrambi i titolari per chiedere la sospensiva (già rifiutata dal Tar) e contestare i punteggi («basta mettere una crocetta, per dire, sulla garanzia di aprire tutti i giorni ma chi controlla?» contesta Andrea Loiacono del Gatto Rosso).

Udienza il 9 marzo, ed è possibile che la sentenza sia rinviato al 22 giugno, dopo il parere della Consulta. La commissione si riunirà a porte chiuse dai prossimi giorni per esaminare le offerte, ma l'assegnazione rischia di rimanere congelata fino all'estate.

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