Al Gallia l'autunno dei fratelli Lebano

Sulla «Terrazza» il tartufo e i sapori mediterranei dei fratelli chef

Al Gallia l'autunno dei fratelli Lebano

Una delle viste più belle di Milano. Perché la salita a un altissimo settimo piano dell'hotel è l'occasione per scoprire con un po' di calma e con occhi diversi le meravigliose architetture littorie dalle linee liberty e art déco della Stazione Centrale. Al resto devono pensare i fratelli Vincenzo e Antonio Lebano che con la consulenza degli altri fratelli, i Cerea delle intramontabili tre stelle Da Vittorio a Brusaporto, sono gli executive chef di Terrazza Gallia. E in tempi d'autunno riportano a tavola funghi, tartufi, zucche, castagne, cavolfiori. Ma soprattutto piatti che alla tradizione lombarda aggiungono i sapori di una tavolozza che rimane partenopea. Senza ovviamente dimenticare gli intramontabili Paccheri alla Vittorio.

D'antipasto Carote, tartufo nero, nocciole delle langhe, pan speziato, oppure il Soffice di baccalà, le sue trippette alla Romana, patate, limoni salati. Ottimo piatto, anche per quel sentore agrumato regalato dai limoni salati. Tra i primi piatti c'è la griffe dei Lebano nei preziosi Spaghettoni Masciarelli Miseria e Nobiltà, con pane atturrato e caviale Asetra o nel Raviolo di coda, castagne del prete, spuma di polenta bianca. Bello anche alla vista l'impiattamento del Risotto il Chicco del mulino, cipolla di Giarratana gamberi rossi, alghe croccanti. Un Carnaroli di Zibido san Giacomo, l'omaggio al territorio e a una cascina del 1400 costruita prima del Naviglio Pavese con i mulini per pilare i chicchi e macinare le farine.

Indifferentemente carne e pesce tra i secondi, partendo dalla tradizione di casa con la Cotoletta alla Milanese, ma tuffandosi nel mare con la Ricciola alla brace, pomodoro del Piennolo, scarola ricco all'olio evo o il Trancio di tonno alla Rossini, la sua ventresca, fois gras. Tornando alla terra ci sono il Capriolo, variazione di mele, cavolo viola, gnocchi di ricotta di bufala. Perfetta per una colazione d'autunno la Costata di manzo pochè al vino rosso, yogurt, finocchi, zucca mantovana.

Da elogiare il pasticcere, un giovane Stefano Trovisi che lo merita davvero e non solo per il suo davvero notevole Gelato di funghi porcini, mousse alle castagne, latte, timo. Per chi, invece, fosse un cultore del «fungo ipogeo», i fratelli Lebano impiattano un menu tartufo con Morbido di castagne e patata, uovo croccante, riduzione di vincotto, Riso il chicco del Mulino, cipolla caramellata migole di pane, uva, Piccione, patate allo yogurt di bufala, zucca fondente foie gras: ogni piatto è ovviamente servito con una bella grattata.

Carta dei vini ampia e selezionata dal sommelier Paolo Porfidio, premio Gambero RossoIlly dei «Migliori 30 Under 30». Interessanti il business lunch (a 40 euro) e il tradizionale pranzo della Domenica italiana come ribellione al brunch (a 65 euro).

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