Gasometri, cittadini contro la bonifica «È inutile, vogliamo salvare il bosco»

Un nuovo parco è spuntato in città. Non un giardinetto o quattro alberi messi insieme, ma una foresta urbana di circa 5mila piante quasi centenarie. Stiamo parlando della Goccia, l'area compresa tra Villapizzone, Bovisa e il Ponte della Ghisolfa, alla Bovisa appunto. Uno spazio di circa 800mila mq - di cui la metà bosco, di proprietà di Comune, Politecnico e A2A, proprietaria dei gasometri. L'area ha preso il nome dalla forma a goccia della pianta, delimitata da un giro di linee ferroviarie. La Goccia è chiusa da circa 30 anni, da quando cioè Milano è stata metanizzata e i gasometri non servono più a immagazzinare, come accadeva fin dal XIX secolo, il gas di città. Ma molti degli edifici e impianti sono rimasti in piedi, tra gli arbusti, a testimonianza del passato industriale.

Bene, quello che propongono i cittadini, organizzati nel comitato la Goccia, è salvare gli alberi dall'abbattimento previsto dal piano di bonifica che prevede la realizzazione del campus del Politecnico e del parco della Bovisa. Questa la versione dei cittadini, che sostengono appunto che non sia necessaria la bonifica «non essendovi allo stato delle conoscenze, evidenze di diffusione nell'ambiente o di effettivo rischio di contatto con gli inquinanti presenti nel sottosuolo», bonifica che comporterebbe «uno sperpero di pubblico denaro oltre che una inutile distruzione del patrimonio arboreo».

Secondo la relazione dell'agronomo consultato da Palazzo Marino, invece, molti alberi risulterebbero malati, altri a fine vita, quasi la metà delle piante cresciute spontaneamente sarebbero infestanti o inserite nella black list della Regione. I primi risultati delle analisi, inoltre, parlano di un terreno estremamente inquinato: sarebbero state rinvenute alte concentrazioni di metalli pesanti come arsenico, cadmio, piombo, e idrocarburi, sostanze volatili e non, tutte cancerogene, e tossiche.

Per il comitato, che ha consultato degli esperti, gli inquinanti si troverebbero a una profondità tale da non risultare pericolosi, permettendo al tempo stesso la salvaguardia degli alberi: «La proposta del Comitato è quella di una moratoria

che permetta di chiarire nel merito se l'attuale situazione è tale da comportare dei rischi». Non solo, l'accusa al Comune è anche di non aver coinvolto i cittadini, se non quando le ruspe avevano già cominciato a scavare.

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