Gin, il re bianco dei cocktail raddoppia e conquista Milano

Torna all'Hotel Marriott il Gin&White Spirits Festival Tutte le etichette da provare (e i drink da assaggiare)

Gin, il re bianco dei cocktail raddoppia e conquista Milano

La febbre del gin non conosce antidoto, né guarigione. Il ginepro nella colonnina continua a salire, il contagio è incontrastabile e Milano è ormai focolaio di una pandemia. Non solo perché qui ci sono tra i migliori locali specializzati d'Italia (la Gintoneria di Davide, il Gin012 o il Botanical Club solo per citarne alcuni); non solo perché l'aperitivo è un rito e il gin tonic ormai è il suo simbolo; ma anche perché da anni la cultura del gin ha fatto di Milano uno dei suoi epicentri.

Prova regina è il grande successo del Milano Gin & White Spirits Festival, giunto quest'anno alla terza edizione. 850 visitatori nel 2016, ben 2250 l'anno scorso: un boom di attenzione che ha reso indispensabile raddoppiare. Così gli organizzatori - Giuseppe Gervasio Dolci e Andrea Giannone del Milano Whisky Festival - hanno optato per passare a una due giorni di assaggi, cocktail e seminari. D'altronde il mondo degli spiriti «trasparenti» è così variegato che occorre prendersi del tempo.

L'appuntamento è per domani e domenica all'Hotel Marriott di via Washington e la formula è quella ormai collaudatissima dell'ingresso libero e delle degustazioni a pagamento. Si cambiano i gettoni e si sale sulla giostra del gusto.

«Spiriti bianchi» sembra il titolo di un romanzo russo, ma rende bene l'idea. Sono tutti quei distillati che non subiscono maturazioni invasive in legno ed arrivano al consumatore puri e trasparenti come appena usciti dagli alambicchi. Ovviamente è un mare magno di prodotti del tutto diversi tra loro: whisky, poitin, vodka e moutai dai cereali, rum, cachaça e clarin dalla canna da zucchero; armagnac e pisco dal vino; mezcal e tequila dall'agave; grappa dalle vinacce. E poi c'è lui, sua maestà il gin.

Al festival ce ne saranno a decine, di ogni tipo, provenienza, gradazione. Con botaniche assurde, con ricette tradizionali. Ideati per esplodere con la tonica oppure per nobilitare il Martini cocktail, o anche per far sentire la loro voce aromatica in ogni drink di qualsiasi tipo. Non è un distillato aristocratico, il gin. Torcibudella per marinai, «veleno» per le classi operaie della Londra vittoriana, la sua è storia di popolo e materialità. Al palcoscenico mondiale della vanità è giunto tardi, con la recentissima moda del gin tonic abbinato alla gastronomia. Ma ha messo radici nei gusti di mezzo mondo e ora smuove platee di curiosi.

Per loro, oltre ai seminari in programma domani (vedi scheda sotto per il programma), ci sarà l'imbarazzo della scelta.

Ogni importatore sarà felice di spiegare caratteristiche e segreti di ogni gin (fatevi portare per mano tra erbe, spezie e procedimenti alchemici degni di Harry Potter). E poi non dimenticatevi di provare i drink dei tre bar presenti. Dopo tanto studio, un cocktail ve lo sarete meritati, no?

MZuc

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