Giochi, Sala in pressing: "Legge entro novembre"

Il governo (vacante) deve rispettare i tempi Identikit del super manager, il nome a ottobre

Giochi, Sala in pressing: "Legge entro novembre"

«La legge olimpica va fatta entro novembre». Il sindaco ieri si è detto «moderatamente positivo» sul varo del governo Pd-M5S ed è andato in pressing sul rispetto dei patti presi con il Cio per i Giochi invernali Milano-Cortina 2026. A due mesi dalla vittoria contro Stoccolma, Beppe Sala, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina e (in videoconferenza) il presidente del Veneto Luca Zaia si sono riuniti intorno al tavolo in Regione. L'assenza del sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti era annunciata, presenti invece due funzionari del governo. La necessità di una legge olimpica entro novembre è stata ribadita da tutti gli attori. «Parlare oggi di governi è quasi buffo - ammette Sala - ma la legge va fatta presto perchè dobbiamo rassicurare il Cio rispetto alle promesse fatte nel dossier, presumiamo che certi aspetti come fiscalità e iva funzionino in un certo modo ma devono essere approvati attraverso una legge». Come sempre il Cio dà un timing rigoroso per essere sicuri di arrivare in tempo e mi auguro non li faremo aspettare, non so cosa oggettivamente succederebbe se non dovessimo rispettare la scadenza». Anche Malagò tiene il punto: «Abbiamo preso un impegno con il Cio, abbiamo promesso che entro novembre sarebbe stata varata la legge-cornice che regola tutti gli impegni presi da Comuni, Regioni e Coni». All'ordine del giorno altri due temi. Primo, la formula di gestione dell'Ocog, il comitato organizzatore dei Giochi: sul modello di Torino 2006, il tavolo ha optato per una fondazione di diritto privato che consentirà più flessibilità rispetto alla spa, l'indicazione andrà vagliata dal prossimo governo ma «ci auguriamo che ascoltino la nostra richiesta» ha sottolineato Sala. Secondo, il ceo che gestirà la macchina: ieri è stata fissata la «job description», ora può partire il toto-nomi (o l'assalto alle Olimpiadi). Il sindaco descrive l'identikit: una persona che «abbia esperienza internazionale, meglio se conoscesse non solo il mondo privato ma anche il pubblico e se arrivasse dal mondo degli eventi e dello sport. Deve aver dimostrato nella sua carriera di saper gestire un'operazione così complessa. Se è italiano deve conoscere perfettamente l'inglese, se straniero dovrà parlare un ottimo italiano. E ci sono davanti almeno 6 anni, il super manager dovrà essere disposto ad impegnarsi a lungo». Tra i nomi circolati in questi mesi, Vittorio Colao (ex ceo di Rcs e Vodafone Europa), Carlo Barlocco (ex ceo di Samsung Italia) e Roberto Cingolani, direttore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.

La governance si baserà su tre entità, il Consiglio olimpico (composto da Regioni e Comuni, Coni, Cio, Comitato paralimpico e presidente 'Ocog, ruolo spetterà a Malagò) che detterà gli indirizzi, l'Agenzia di progettazione che gestirà i lavori e i fondi delle Regioni e statali e - appunto - l'Ocog che dovrà gestire dal merchandising a sponsor, biglietteria, marketing, fondi Cio. La sede sarà al Pirellone.

Non c'è tempo da perdere. Il 16 e 17 settembre una delegazione del Cio tornerà a Milano e sono già fissati altri 2 vertici tra gli stakeholders: il primo il 18 settembre al Pirellone e «se non ci sarà una condivisione unanime sul nome del Ceo - anticipa Malagò - dovremo andare a dama il 3 ottobre a Verona», a quel punto darebbe un aiutino un cacciatore di teste già individuato («lavorerà gratis»). Zaia conferma che «bisogna fare presto, è indispensabile che il governo sia della partita».

Fontana vede piuttosto in salita - per non dire sfumare - la legge sull'autonomia: «Il Pd è un partito centralista e M5S ha posto difficoltà, credo che la situazione sia complicata ma continueremo a insistere e a batterci».

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