Il governo taglia 400 milioni ai lombardi Gelmini: «Referendum sull'autonomia»

L'assessore alla Sanità Mario Mantovani li definisce «feroci». Il coordinatore regionale di Fi Mariastella Gelmini (nella foto) «ingiusti e dolorosi». I tagli imposti dal governo alla Lombardia sulla spesa sanitaria sono senza ombra di dubbio i più salati d'Italia: la riduzione ammonta a 385 milioni di euro ed arriva giusto giusto alla vigilia della riforma sanitaria. Il «solito» paradosso: la Lombardia, una delle poche regioni con i bilanci in ordine, viene penalizztata. Chi invece ha contratto debiti ed ha i conti in rosso viene giustificato.

«La Lombardia - denuncia la Gelmini - è la regione più colpita in assoluto, dopo di noi il Lazio e la Campania, ma si scende a 222 milioni. Il metodo è quello, irragionevole e immeritato, dei tagli lineari, che non tengono conto di parametri come la virtuosità dei conti e la qualità dei servizi e puniscono le regioni virtuose, finendo per premiare indirettamente quelle peggio amministrate. La Lombardia è al top sia per eccellenza sanitaria sia per oculatezza nella spesa. Ma questo non viene tenuto in alcuna considerazione. Il Governo taglia in modo indiscriminato e sconsiderato proprio con le realtà che sono un fiore all'occhiello per il Paese». Secondo il coordinatore azzurro, l'unica salvezza per la Lombardia sarebbe «chiedere più autonomia per gestire le proprie risorse in modo indipendente, liberi dalle incursioni di un Governo famelico e indifferente ai risultati positivi ottenuti a livello locale». Da qui l'appoggio al referendum promosso per la prossima primavera. Sulla stessa linea Mario Mantovani che sul tema dell'autonomia ha anche scritto un saggio politico: «Il referendum per chiedere più libertà e più risorse da Roma - spiega - è ormai l'unica strada per far vincere l'autonomia del merito». E quindi anche per gestire meglio le risorse destinate alla sanità. Una volta sentito il parere dei lombardi tramite referendum, il presidente lombardo Roberto Maroni potrà andare a Roma a chiedere più indipendenza, soprattutto sulla gestione di alcune materie: dalla sanità alla scuola.

Nel frattempo continuano i preparativi per poter approvare la riforma della sanità entro la fine della prossima settimana. Ieri incontri fiume in Regione e martedì il confronto pre-aula della maggioranza. A quanto sembra il presidente Maroni ha proposto di rivedere la mappa degli ospedali. Non tanto per gli accorpamenti ma per la definizione dei vari nosocomi.

Tutte le aziende ospedaliere, tranne il Niguarda, potrebbero essere trasformate in Asst (aziende socio sanitarie territoriali) a prescindere dalla natura universitaria. Ma questo confonderebbe un po' le idee sulle funzioni, poiché i nuovi Asst ingloberebbero anche i compiti delle Asl, alle quali rimarrebbe esclusivamente mansioni gestionali.

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