Un rigore-provocaziona e Beppe Sala. Ieri al centro sportivo «Aldini»m zona Quarto Oggiaro, Stefano Parisi ha tirato in porta facerndo gol prima al capogruppo di Forza Italia Pietro Tatarella e pi a Daniele Massaro, l'ex campione del Milan e della nazionale che si è candidato nelle liste di Fi ma entrerà in Consiglio solo se vincerà il sindaco del centrodestra. Altrimenti, rimarrà in «panchina». Durante la sfilata elettorale accanto a mr Expo prima del 5 giugno il premier Matteo Renzi aveva paragonato il ballottaggio a un calcio di rigore, «ne hai uno davanti e puoi solo sbagliare». Una battuta per motivare Sala a non sedersi un attimo fino al 19 giugno. Domenica il verdetto. Gag a parte, Parisi al centro «Aldini» ha lanciato il suo piano per lo sport, che passa dal «riportare l'arrivo del Giro d'Italia a Milano» alla realizzazione di un palazzetto dello sport sull'area dell'ex Palasharp. Con lui sindaco, garantisce ai residenti in allarme, «non diventerà mai una moschea ma tornerà alla sua vocazione originale: ospitare anche competizioni sportive internazionali». E chissà che proprio lì, o in uno degli ex scali ferroviari da recuperare («va creata impiantistica sportiva»), possa tornare a giocare l'Armani basket fresca di scudetto. «É una squadra milanese ed è assurdo che giochi ad Assago, dobbiamo riportarla qui» l'impegno del manager. Che pensa in grande, ma anche allo sport di base. Tra i piani del centrodestra ad esempio ci sono concessioni più lunghe del diritto di superficie a chi investe sulla gestione degli impianti, da 19 anni potrebbe essere allungata a trenta. Ci sono i bonus per lo sport invece degli attuali contributi. C'è un ripensamento di MilanoSport, la società che oggi gestisce gli impianti del Comune. «Serve un modello di gestione diverso - sostiene -: rimanendo pubblici, gli impianti devono essere gestiti dai privati. Oggi ad esempio abbiamo piscine che vengono usate solo d'estate, vanno coperte e sfruttate tutto l'anno». Sull'area di lampugnano immagina «impianti coordinati per lo sport» non solo il palazzetto, «dobbiamo trovare gli investitori e dare certezza del diritto, in 3 mesi dobbiamo concedere i permessi e le garanzie di poter realizzare un'opera o finisce come il Palalido, un progetto partito con la Moratti e ancora bloccato dalla burocrazia del Comune». Dunque un polo dello sport, vicino all'Ipprodromo e allo stadio di San Siro che «va ristrutturato con un investimento importante dei club». Parisi parla a fianco di Massaro e Paolo Taveggia, ex direttore generale del Milan. Si vocifera che proprio uno di loro (più chance per l'ex attaccante) potrebbe diventare futuro assessore allo Sport. «Ho collaborato come cittadiino e spero di essere utile alla squadra» di limita a commentare Massaro. Anche Parisi mantiene la linea dell'annuncio della giunta solo dopo le elezioni: «Non voglio sparare nomi di bandiera o star come Sala per attirare elettori, posso solo garantire che i miei assessori saranno persone oneste e di esperienza». Parisi ha promesso invece agli anziani l'uso dell'abbonamento tutto il giorno, comprese le ore di punta, e il ritorno dei vigili a cavallo nei parchi.
Contesta invece il «tesoretto» da 130 milioni che il prossimo sindaco potrebbe incassare grazie alla rinegoziazione dei derivati.
«Scopriamo a due giorni dalle elezioni che esiste un tesoretto . ironizza Parisi -. É questa la trasparenza sui soldi dei milanesi? Da parte dell'assessore al Bilancio Francesca Balzani e di Pisapia c'è un uso troppo disinvolto del bene pubblico».ChiCa
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