I Consigli di zona umiliati finanziano la propaganda

Scontro sulle iniziative dedicate a partigiani e campi nomadi Intanto i consiglieri sono in subbuglio fra mozioni e dimissioni

I Consigli di zona umiliati finanziano la propaganda

Le Zone, dopo tanti proclami, vengono umiliate. Questa è la realtà del decentramento milanese al netto delle promesse, sempre rimandate. Le questioni istituzionali vengono discusse altrove, come accade all'architettura della «Grande Milano» in mano al Consiglio metropolitano. Le decisioni che riguardano la città vengono affidate ad altri canali (più o meno) istituzionali, basti pensare al nuovo bilancio partecipato del Comune (tale in realtà solo per 9 milioni di euro). Ignorati e scavalcati, ai Consigli di zona non resta che distribuire le briciole, che finiscono spesso in iniziative a carattere ideologico e propagandistico.

Sono diverse le iniziative patrocinate o sostenute dai Consigli di zona e oggetto di polemiche aspre fra maggioranza e opposizione. In zona 6, per esempio, si parla di una mostra (senza oneri di spesa ma con uno spazio pubblico concesso gratuitamente all'ex Fornace) dedicata al campo nomadi di via Malaga, col centrodestra che ha votato contro: «Siamo alle solite - dice il capogruppo leghista Giuseppe Carlo Goldoni - mentre il centro sinistra pensa a iniziative del genere, le case popolari vengono abusivamente occupate, e gli insediamenti sgomberati rioccupati - si veda via Malaga e via San Paolino - Il sindaco di Milano dovrebbe bonificare definitivamente queste aree invece che rifare continuamente piazza del Duomo e dintorni».

Nel quartiere Niguarda Roberta Capotosti, che risiede in zona 9 ed è consigliera della 2, protesta per il murales dedicato a «Niguarda antifascista». «Credo che in tempi di ristrettezze - dice - quei 500 euro avrebbero potuto essere usati in modo più utile, piuttosto che essere dedicati alle staffette partigiane del 1945. Oltretutto si incentiva una pratica che altrove viene combattuta, e lo si fa per rinverdire la “politica dell'anti”, mi pare discutibile». In zona 5 altro caso, sollevato ancora dalla Lega, per uno spettacolo sulla vita dei partigiani che ha avuto 1.500 euro di finanziamento. «Sono contrario all'iniziativa promossa dall'Anpi per due motivi - spiega il leghista Alessandro Giacomazzi - in questo periodo sarebbe meglio spendere queste cifre per attività di supporto ai cittadini, associazioni di volontariato e famiglie in difficoltà. Per quanto concerne invece la motivazione politica: non penso sia corretto appoggiare un'iniziativa onerosa condotta da parte di persone che hanno aderito alla contro manifestazione di sabato in opposizione al pacifico corteo organizzato da Matteo Salvini». «Soldi spesi solo per imbrattare i muri per ricordare così il 25 aprile e la resistenza - dice il coordinatore comunale Fdi Massimo Girtanner, ex presidente di zona 6 - allora basta, chiudiamo i Consigli di zona. Questa è la rivoluzione che voleva Pisapia?» «Lunedì presenteremo una valanga di emendamenti per fermare questa sciocchezza» annuncia Girtanner.

Intanto tutte le zone sono in subbuglio. Forza Italia ha dato il via a una «offensiva», zona per zona ma coordinata dal movimento, per chiedere il coinvolgimento dei consigli nella costruzione della «Grande Milano». E la Zona 2 ha approvato all'unanimità un testo promosso dal gruppo radicale - federalista europeo per la costituzione di municipalità dotate di autonomia amministrativa.

Sempre in zona 6 un presidente di commissione, Valerio Federico, si è dimesso per protesta: «Il decentramento di poteri effettivi verso le Zone – ha detto – si sarebbe potuto e dovuto realizzare nei primi tre anni di giunta Pisapia ma nulla è stato fatto e le zone di Milano sono irrilevanti in qualunque decisione».

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