C'è stata una bella festa di inaugurazione lo scorso 10 ottobre a Sesto San Giovanni. L'ancora sindaco del Pd Monica Chittò apriva in piazza Oldrini la nuova «Casa delle associazioni», consegnando le chiavi (tra gli altri) ad Anffas, Associazione sestese persone disabili, DireFareDare, ma gli inquilini sono almeno undici.
Emergency, che gode spesso di corsie preferenziali nei Comuni di sinistra, gestisce invece da anni uno spazio pubblico in via dei Giardini 44, pieno centro, al prezzo simbolico di 358 euro all'anno. Non è uno spazio enorme, non paragonabile all'intera ex scuola milanese di via Santa Croce, a due passi dalle Colonne di San Lorenzo e dalla Basilica di Sant'Eustorgio che l'ex sindaco Giuliano Pisapia a fine mandato consegnò gratis all'associazione fondata da Gino Strada. Anche se poteva rendere parecchio di più sul mercato immobiliare. Ma finisce ovviamente in quell'elenco di spazi malgestiti o - peggio - concessi per anni a enti amici con «agevolazioni clamorose» che il neo sindaco di centrodestra a Sesto, Roberto Di Stefano, ha consegnato giorni fa alla Corte dei Conti e alla Procura perché facciano chiarezza.
«Non era meglio assegnare a Emergency uno spazio decentrato e mettere a reddito gli immobili in centro?» è la domanda (retorica) di Di Stefano che preannuncia scossoni anche a Villa Zorn, la dimora storica immersa nel parco che la sinistra al governo della città dal Dopoguerra fino al 25 luglio scorso ha lasciato sempre in affidamento all'Anpi anche se nel tempo ha subaffittato il vecchio circolo al ristorante «Caffè degli artisti» che è diventato oggi una meta chic dell'hinterland. Ai tavoli vengono serviti tagliolini con julienne di zucchine, dadolata di pesce spada, pomodorini freschi e gamberoni alla griglia al prezzo di 28 euro, trancio di pesce spada alla griglia con caponata di verdure a 22 euro o tartare di scottona bavarese sempre a 22 euro.
Il Circolo Cooperativo Anpi incassa dai gestori del caffè 70mila euro di affitto all'anno e ne versa 50mila al Comune, trattenendo i 20mila per le proprie attività. Non dovrebbe essere l'amministrazione a questo punto a gestire il contratto d'affitto con un locale privato, magari con profitti migliori per le casse dell'amministrazione? L'autorità giudiziaria svolgerà le indagini del caso. Il Bilancio ereditato dalla Chittò ha messo in allarme la giunta di centrodestra, la disponibilità di cassa a inizio luglio era di soli 650mila euro, si contano 36 milioni di crediti mai riscossi e di dubbia esigibilità.
E i canoni di affitto simbolici alle associazioni gettano un'ombra sul modo in cui è stato gestito il denaro pubblico (Di Stefano due giorni fa ha citato ad esempio i 298 euro all'anno versati dall'associazione «Lucrezia Martinelli», i 237 da «VentimilaLeghe» o «altri enti vicini a ex consiglieri e assessori comunali», il «Carroponte» dato in gestione ad Arci per 10mila euro l'anno e senza chiedere il rimborso delle bollette, anticipate dal Comune con 269mila euro). Marco Locati, presidente di Ventimila Leghe, ieri ha respinto le accuse: «Non abbiamo padrini politici e paghiamo un affitto regolare».
Il Pd sestese ha rimbalzato tiepidamente contestazioni: «Trattasi di valori economici non eclatanti - sostiene - e la scelta di applicare canoni minimi radica in una politica di sostegno nei fatti della partecipazione e
dell'associazionismo, uno dei tessuti connettivi cittadini». E «il bilancio lasciato dalla Chittò è in equilibro». Ma su Facebook anche i supporter dem chiedono al partito di rispondere agli attacchi con i numeri e non con le parole.
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