I tagli accorciano la Pedemontana IL NODO In attesa dei 750 milioni dal governo, si sfodera il mini-piano dei lavori

I tagli accorciano la Pedemontana IL NODO In attesa dei 750 milioni dal governo, si sfodera il mini-piano dei lavori

Il governo taglia i fondi? La Pedemontana taglia il percorso. O almeno, cerca di salvare il salvabile, portando a termine i tratti già cominciati e rimandando a tempi migliori quelli dove i cantieri non sono ancora aperti.
Significa che l'autostrada a nord di Milano, 157 chilometri di lunghezza che salveranno la città da gran parte del traffico in movimento tra Como, Varese e Bergamo, è costretta a rivedere i progetti. E a ragionare sul breve periodo. Le casse piangono: i soci non hanno ancora versato le quote e non ci sono ancora le risorse private (3 miliardi di euro). Inoltre manca il finanziamento pubblico (1,2 miliardi). Fino ad ora si è proceduto parzialmente con 200 milioni di capitale versato e 200 milioni di prestito ponte. Ma per andare avanti serve ben altro. Il nuovo «mini-piano», quello della Pedemontana versione B, prevede 100 milioni di aumento di capitale, 300 milioni di prestito ponte (di cui 200 già incassati) e 750 milioni di finanziamento pubblico. Soldi di cui però non si vede ancora l'ombra.
Con meno denaro in tasca, lo sguardo si accorcia ad aprile 2014, quando dovranno essere pronti il tratto A e il tratto B, da Cassano Magnago fino alla Milano Meda, includendo lo svincolo di Lomazzo. Fino a Lomazzo è già al lavoro Pedelombarda, la cordata guidata da Impregilo che si è aggiudicata la gara. Nel secondo mini tratto (incluso lo svincolo) i lavori sono in mano ai tedeschi di Strabag, che hanno appena confermato il progetto esecutivo. Il piano di riserva consiste, in sintesi, nel pensare all'infrastruttura in versione ridotta. Per farlo si è frugato nei cassetti e si è andati a ripescare un dossier del 2011 da circa 1,4 miliardi di euro. Una versione precedente rispetto alla Pedemontana ultima versione. Tre i tratti non ancora realizzati: quello da Malnate a Cantello, quello da Grandate ad Albese con Cassano nella provincia di Como. E poi quello più lungo: da Lomazzo a Osio Sotto. I tracciati sicuri, quelli lungo i quali le ruspe sono al lavoro sono il tratto fra Morazzone e Lozza e quello, più lungo, tra Cassano Magnago, a ridosso di Malpensa, e Lomazzo. Le cose dovrebbero sbloccarsi a breve ma per ora l'aumento di capitale è stato deliberato e non ancora sottoscritto. E poi c'è il nodo dei soldi pubblici. I vertici di Pedemontana sostengono sia tutto a posto: a quanto pare il ministero alle Infrastrutture avrebbe già autorizzato la copertura delle spese sostenute dal 35 all'80% mettendo di fatto a disposizione subito gran parte delle risorse previste. Secondo il concessionario regionale Cal, che eroga i finanziamenti pubblici, il ministero avrebbe sì dato l'ok alla riformulazione finanziaria ma bisognerebbe comunque aspettare un parere dell'autorità di vigilanza sui contratti pubblici e anche l'opinione del Cipe.

Insomma, i 750 milioni pubblici non sembrano proprio pronti ad essere versati in cassa. I lombardi incrociano le dita: una volta realizzata infatti la Pedemontana permetterebbe di ridurre i tempi di percorrenza da 90 a 60 minuti.

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