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«Immigrati? Le Regioni dal premier a chiedere lo stato d'emergenza»

L'assessore lancia l'allarme: «Il Palasharp è una soluzione sbagliata. Profughi solo il 5%»

Maria Sorbi

Assessore alla Sicurezza Simona Bordonali, sembra che il governo non ci senta sulla questione immigrati. Gli appelli della Lombardia non sono stati considerati.

«Non solo della Lombardia. Con le altre regioni abbiamo scritto la Carta di Genova ma, come ha denunciato il governatore Maroni, siamo stati completamente ignorati».

Eppure anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala ora chiede un intervento e preme perché il governo cambi politica.

«Speriamo che il premier Renzi risponda almeno a lui. Detto questo, il sindaco se ne accorge un po' tardi».

Dell'emergenza profughi, intende?

«Di quella che non è più da tempo un'emergenza ma un flusso continuo di arrivi. Noi lo diciamo dalle riunioni con ministri e capo della polizia del 2013, quando è cominciata l'ondata più forte dell'immigrazione».

Quella poteva essere l'occasione buona per gestire gli arrivi nella varie regioni?

«Sì, ma non è stato così ed oggi ci troviamo in una situazione assurda, ormai fuori controllo».

A che «quota immigrati» è arrivata la Lombardia?

«Abbiamo sfondato la quota del 21mila richiedenti asilo. Questi numeri escludono le migliaia di clandestini che bivaccano nelle stazioni ferroviarie. Ormai anche gli albergatori falliti non hanno più stanze e gli immigrati vengono sistemati in caserme e palazzetti, come a Milano».

Quanti clandestini sono stati identificati?

«In base ai dati del Viminale, le commissioni hanno respinto con formula piena il 64 per cento delle richieste d'asilo analizzate a livello nazionale da gennaio ad agosto del 2016, ben 38.329 su 60.021. Tutti questi sono clandestini».

Cosa pensa della scelta di utilizzare il Palasharp, dove domani ci sarà anche la preghiera dei musulmani, per ospitare i profughi?

«Assurdo. Dobbiamo renderci conto che le persone che vengono accolte non sono veri profughi, se non per il 5 Per cento dei casi. Significa che facciano rientrare nel calderone di questa accoglienza mal gestita anche le famiglie di richiedenti asilo che dovrebbero avere un trattamento diverso e qualche diritto in più».

Il governo sembra aver sdoganato la via delle caserme. Dopo la caserma Montello, ora 130 migranti verranno portati a Montichiari.

«Ecco, nemmeno questa è una soluzione ma solo un palliativo. Le caserme vanno utilizzate per altro, per portare servizi al nostro territorio».

La sua «collega», l'assessore Beccalossi denuncia che sono state trasformate in campi profughi.

«È così. E in questo modo non si fa altro che creare altri problemi. Attorno alla caserma Montello si creano problemi di sicurezza, la caserma Serini è vicino a un aeroporto che sarebbe il caso di rilanciare. In questo modo stiamo svendendo la possibilità di far crescere il nostro territorio e perdiamo delle grosse occasioni».

Come stanno lavorando le Regioni per fermare l'emorragia?

«Mercoledì metteremo a punto un documento unitario da presentare a Renzi per chiedere la dichiarazione dello stato di emergenza per inquadrare correttamente il fenomeno, il blocco dei flussi alla partenza con la creazione di centri di prima accoglienza nei paesi del Nord Africa e la promozione di accordi bilaterali per i rimpatri».

Sala però chiede un patto nazionale per l'accoglienza.

«Sbaglia. Il problema va risolto all'origine, non mettendo toppe».

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