Imprenditori in allarme, su Tav e Pedemontana il premier fa scena muta

Delusa dalla manovra, Assolombarda pressa ma la risposta del governo non è convincente

Imprenditori in allarme, su Tav e Pedemontana il premier fa scena muta

Assolombarda lancia un sos, il presidente del Consiglio non lo raccoglie. È stato un vertice difficile, quello fra il premier Giuseppe Conte e il presidente degli industriali di Milano, Carlo Bonomi.

È stato il presidente del Consiglio a chiedere il confronto, probabilmente dopo le critiche dei mesi scorsi alla manovra e alla politica economica del governo. Il vertice è iniziato intorno alle 16 ed è terminato quasi due ore dopo, nella sede dell'associazione degli industriali in via Pantano. Bonomi ha parlato per meno di mezz'ora e ha parlato di futuro, voltando pagina rispetto a una «finanziaria» che le imprese hanno considerato e considerano ancora deludente (visto che su spesa pubblica, braccio di ferro con l'Europa e investimenti il governo non ha ascoltato i consigli di Assolombarda, che invitò il governo «a evitare tre scelte che ci sembravano azzardi rischiosi»). Guardando al futuro, Bonomi ha chiesto una «manovra non «correttiva» ma «compensativa»: interventi per evitare una recessione che sembra incombente, una manovra vari punti e con una priorità: sbloccare 400 opere pubbliche già finanziate per 27 miliardi di euro. In questa priorità «rientra a pieno titolo anche la Tav» ha specificato Bonomi, citando nel discorso anche le altre opere che le imprese chiedono, per far ripartire l'economia e per facilitare i collegamenti e l'export (l'àncora di salvezza per il comparto produttivo lombardo). «Serve il compimento di Pedemontana» si legge nel discorso preparato dal presidente di Assolombarda. E, dopo aver posto l'accento su temi lombardi e milanesi - le Olimpiadi e l'autonomia - Bonomi ha concluso con un appello particolare al premier, un invito alla responsabilità istituzionale e un appello affinché nella maggioranza si dismettano toni e argomenti anti-industriali. «Spezzi questa deriva di violenza e odio, anche verbale, che iniziano a sfibrare la società italiana - ha detto - spezzi questa persistente ostilità al mondo delle imprese». «Noi vogliamo che il nostro Paese ci ami quanto noi lo amiamo», ha concluso.

Conte ha risposto per 57 minuti. Ha reso un lungo omaggio, importante e non formale, a quello che ha definito «il cuore pulsante» dell'economia italiana. Ha minuziosamente elencato le misure che a suo avviso daranno «ossigeno» alle imprese, ha teso una mano, ha promesso dialogo, ha evocato possibili correttivi e si è impegnato a verificare «cantiere per cantiere» le opere pubbliche, ma su Tav e Pedemontana la risposta non c'è stata, non soddisfacente.

E gli imprenditori, già allarmati per l'aria di recessione - indirettamente confermata dal premier - ora hanno verificato anche che le risposte non sono corrispondenti alle loro aspettative. «Siamo pronti ad incalzarlo», ha chiuso Bonomi.

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